Bruxelles – La buona notizia è che le risorse di Triton verranno triplicate, e i mezzi a disposizione della missione Frontex di pattugliamento del Mediterraneo aumentati considerevolmente. Ma per il resto, dal Consiglio europeo straordinario chiamato a dare una risposta alle recenti stragi nel Mediterraneo, sono arrivati impegni per il momento vaghi per quanto riguarda l’accoglienza dei profughi e la missione per combattere i trafficanti di esseri umani. “Abbiamo dato mandato all’Alto rappresentante di preparare un piano per le azioni per catturare e distruggere le imbarcazioni prima che siano usate, il tutto nel rispetto del diritto internazionale”, ha spiegato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Ma la questione non è semplice perché per una missione del genere potrebbe esserci bisogno di un mandato Onu, e poi perché con la Libia nel caos non sarà certo facile trovare un interlocutore nella regione.
Ma i leader enfatizzano il buon risultato sul finanziamento. “La nuova Triton avrà a disposizione 120 milioni di euro, la stessa cifra di Mare Nostrum. Abbiamo voluto mantenere una credibilità”, ha esultato il Presidente dell’esecutivo comunitario, Jean-Claude Juncker. I soldi saranno tutti presi dal bilancio di Frontex e non ci saranno contributi esterni come paventato in giornata. Contributi importanti arriveranno dal punto di vista logistico, grazie soprattutto all’impegno di Gran Bretagna (un’ammiraglia, 3 elicotteri e 2 navi pattuglia), e Germania che dovrebbe mettere altre due navi (addirittura dieci secondo il documento di lavoro trapelato).
Juncker però parlando degli altri punti dell’accordo ha dovuto ammettere: “Avrei voluto una risposta più ambiziosa, ma non è stato possibile”. Il mandato dell’operazione, come anticipato, rimarrà lo stesso, e così anche il raggio d’azione del pattugliamento che rimane di 30 miglia. Ma questo secondo Tusk non vuol dire che non si farà anche soccorso. “Nessun problema di ricerca e salvataggio quando ci sarà bisogno, la legge del mare è chiara e non v’è dubbio che anche Triton avrà l’obbligo di intervenire quando ci saranno tragedie o catastrofi”, ha dichiarato il presidente.
Per quanto riguarda il resettlement, ovvero la presa in carico di persone che hanno ottenuto lo status di rifugiati fuori dall’Europa, le conclusioni affermano che si metterà in campo “un progetto pilota su base volontaria”. Per tutta la giornata sono girate diverse cifre, prima 5mila, poi 10mila. Alla fine si è scelto di non quantificare per dare agli Stati il tempo di riflettere e fare la propria offerta. Ancora più vaghe le conclusioni sul “ricollocamento”, ovvero la presa in carico da parte dei Paesi membri di immigrati che sono già arrivati in Europa, per aiutare gli Stati più oberati come Italia, Malta e Grecia. “L’opzione verrà presa in considerazione”, e sempre “su base volontaria”, si limita a dire il testo.