Bruxelles – Il trattato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti? Sarebbero soprattutto le Piccole e medie imprese a trarne vantaggio, più che le multinazionali. Nel giorno in cui prende il via il nono round di negoziati sul Ttip la Commissione europea ha pubblicato un report che si ripropone di mostrare i vantaggi che porterebbe unificare i mercati delle due sponde dell’oceano Atlantico. “Gli Usa sono un grande luogo in cui fare affari, un mercato che offre grandi opportunità che diverse Pmi stanno cogliendo, ma non è facile”, ha dichiarato la commissaria al Commercio, Cecilia Malmström, presentando il report. Secondo lo studio della Commissione, nel 2012, 150mila Pmi hanno esportato negli Usa, si è trattato del 28% di tutte le esportazioni comunitarie, per un giro di affari di quasi 80 miliardi di euro. E tra queste ci sono soprattutto imprese italiane. Secondo il report il nostro Paese è quello in cui c’è il maggior numero di Pmi che esportano oltreoceano: 30mila aziende, che rappresentano il 96% dell’export nazionale e che generano un giro di affari di 11,2 miliardi. Dopo di noi ci sono Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna. “Tutte queste esportazioni significano più lavoro, soprattutto in alcuni settori con cibo e bevande, agricoltura e tessuti per l’abbigliamento”, spiega Malmstrom.
Secondo lo studio però ci sono diversi ostacoli con cui le aziende in generale, e le Pmi in particolare, si devono confrontare: il rispetto delle norme e dei regolamenti per le merci, che è la questione più frequentemente citata; l’accesso alle informazioni su quali regolamenti si applicano al proprio prodotto nonché la difficoltà di identificare la fonte effettiva del problema normativo da superare, se il governo federale, quello nazionale o locale; l’esclusione dal mercato, soprattutto per quanto riguarda gli appalti pubblici; regole e dazi doganali; e infine differenze nei regolamenti che comportano di dover superare due diversi tipi di test per essere presenti su entrambi i mercati.
“Le grandi multinazionali possono affrontare i doppi test, le doppie ispezioni e i vari dazi perché sono ricche, ma le piccole non possono”, dichiara Malmstrom secondo cui questi problemi “possono essere alleviati dal Ttip”, ed è per questo che l’Europa ha bisogno di “un accordo ambizioso, complessivo e che mantenga un alto livello di protezione dei nostri standard”.