La Grecia “non deve rispettare tutti gli accordi del passato”, perché “in Consiglio europeo c’è rispetto” per “la volontà dei cittadini” espressa con il voto. Tuttavia, esiste “una cornice di regole cha va rispettata”. E’ quanto sostiene il presidente del Consiglio Matteo Renzi nella conferenza stampa al termine dell’incontro con il presidente statunitense Barack Obama, alla Casa Bianca.
Anche se “è finito il tempo della sola austerity” in Europa, prosegue il premier, perché questo obiettivo sia realmente raggiunto, “gli Stati nazionali devono fare le riforme strutturali”. È questo, dunque, ciò che Renzi chiede ad Atene. Obama concorda: “Matteo ha ragione, la Grecia deve iniziare a fare riforme importanti, raccogliere le tasse, ridurre la burocrazia e rendere flessibile il mercato del lavoro”. In altre parole, “deve iniziare a prendere decisioni dure”.
In campo economico, l’inquilino di Palazzo Chigi ha ribadito quanto aveva dichiarato ieri alla Georgetown University: “L’esperienza degli Stati Uniti deve essere un modello” per l’Ue. Perché se “negli ultimi sette anni, negli Usa, è calata la disoccupazione e aumentato il Pil”, in Europa è avvenuto il contrario, sostiene, quindi “qualcosa non ha funzionato a casa nostra”. Secondo Renzi, “dobbiamo tenere i conti in ordine, ma il modo migliore per vincere la crisi è scommettere sulla crescita”.
I due leader hanno discusso molto anche di politica estera. Sulla crisi ucraina concordano sul fatto che, tanto Mosca quanto Kiev, “devono rispettare gli accordi di Minsk”, dichiara Obama. Il presidente esprime poi sostegno agli “sforzi italiani per la Libia”, e ribadisce che gli Usa appoggiano i tentativi “per la costituzione di un governo di unità nazionale”. Su come affrontare la situazione nel Paese nordafricano, “c’è piena condivisione con gli Stati Uniti”, sottolinea da parte sua il premier, annunciando che “nelle prossime settimane questa condivisione mostrerà i frutti più efficaci”.
Sempre in tema di politica internazionale, l’accordo sul nucleare con Teheran è l’altro argomento di cui si è discusso nella Stanza Ovale. Renzi apprezza il lavoro di Washington nella “complessa vicenda iraniana”, mentre Obama precisa che nessuna sanzione nei confronti dell’Iran verrà revocata fin quando non ci sarà un accordo definitivo. Per questo “l’Europa continuerà a lavorare” affinché si arrivi a conclusione entro giugno”, promette il capo dell’esecutivo italiano.
Pieno accordo su tutto? Quasi. L’unico argomento sul quale la visione dei due non sembra essere del tutto in sintonia è il Ttip. Entrambi auspicano che il trattato di libero scambio tra Usa e Ue venga siglato, ma è il peso che danno all’accordo a essere differente. Se per Renzi “è un grande obiettivo”, tanto da indicare che “il 2015 deve essere l’anno della svolta” per la firma conclusiva, Obama ha altre priorità: “Oggi i mercati più promettenti sono quelli asiatici”, sostiene, e dunque l’attenzione maggiore è all’accordo commerciale transpacifico, che vede negli Usa e nella Cina i principali protagonisti, insieme con altri paesi dell’Estremo Oriente. Un aspetto che il premier dimostra di non sottovalutare, quando afferma che “in un momento in cui gli Stati uniti fanno accordi commerciali con tante parti del mondo, è fondamentale avere un rapporto sullo stesso piano” anche tra le due sponde dell’Atlantico.