Bruxelles – Bisogna accelerare l’introduzione di un sistema di etichettatura che identifichi i prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani nei territori occupati per fare sì che i consumatori non siano “ingannati da false informazioni”. A sostenerlo sono i ministri degli Esteri di 16 paesi Ue, che hanno indirizzato una lettera all’Alto rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini, chiedendole di spingere in questa direzione. A sottoscrivere l’appello i rappresentanti di Italia, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Belgio, Svezia, Malta, Austria, Irlanda, Portogallo, Slovenia, Ungheria, Finlandia, Danimarca, Paesi Bassi e Lussemburgo. Solo la Germania tra i grandi Paesi Ue si è astenuta.
I ministri ricordano a Mogherini che una simile richiesta è già stata indirizzata nell’aprile 2013 a Catherine Ahston che l’ha preceduta nella carica di capo della diplomazia europea. L’ex Alto rappresentante aveva iniziato a lavorare in questa direzione interrompendosi però nell’estate dello stesso anno su richiesta del segretario di Stato generale degli Stati Uniti, John Kerry che stava cercando di fare ripartire il dialogo di pace tra Israele e Palestina. “Rimaniamo dell’idea che questo sia un passo importante per la piena attuazione della politica dell’Unione europea, in relazione alla conservazione della soluzione dei due Stati”, insistono ora i ministri nella lettera pubblicata dal quotidiano israeliano Haaretz.
“La continua espansione degli insediamenti illegali di Israele nei territori palestinesi occupati”, scrivono i sedici, “minaccia la prospettiva di un accordo di pace”. Giusto dunque fare sapere ai cittadini Ue se i prodotti che acquistano nei supermercati d’Europa possono provenire da questi territori: “I consumatori europei – continua la lettera – devono avere fiducia nel sapere le origini dei prodotti che stanno acquistando”. E anche i produttori della cosiddetta “Linea Verde” tra Israele e Palestina, sono convinti i 16 responsabili delle diplomazie Ue, “ne trarranno beneficio”. La richiesta dei governi a Mogherini è di “prendere l’iniziativa all’interno della Commissione al fine di completare questo importante lavoro”, noi, assicurano i 16, “rimarremo naturalmente pronti nell’aiutarla a farlo”.
Potrebbero metterci sopra “una stella gialla…”, ovvero quella che i nazisti usavano per identificare gli ebrei nei campi di sterminio, è stato il caustico commento del ministro degli esteri israeliano, Avigdor Lieberman, falco della destra secondo cui etichettare i prodotti degli insediamenti in Cisgiordania sarebbe una mossa “ipocrita e cinica”.