Roma – Saranno “più di 600 in tutto il mondo, 30 solo in Italia”, le iniziative organizzate per il 18 aprile dalla campagna internazionale Stop Ttip per opporsi all’accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Unione europea. Lo annunciano gli organizzatori italiani della giornata di protesta internazionale, in una conferenza stampa tenuta – con un valore simbolico non trascurabile – nella sede della rappresentanza del Parlamento europeo a Roma.
“In Europa gli eventi saranno 550, e negli Usa 75”, afferma Elena Mazzoni, coordinatrice della campagna per l’Italia, la quale spiega che la protesta riguarda “anche il Tisa e il Ceta”. Il primo è un accordo tra Usa e Ue che punta a liberalizzare il settore servizi, mentre il secondo è l’intesa commerciale già siglata tra l’Europa e il Canada.
Una “prima vittoria” ottenuta dalla campagna Stop Ttip, secondo Marco Bersani, uno dei padri del movimento di opposizione all’accordo transatlantico, “è che si è rotto il silenzio su un trattato che qualcuno voleva portare avanti nel segreto”. Ma le iniziative condotte dalle istituzioni europee per dare pubblicità alle trattative in corso, dalla declassificazione del mandato negoziale alle occasioni di dibattito pubblico sul tema, non sono ritenute sufficienti dalle organizzazioni e dai parlamentari europei che si oppongono all’intesa commerciale con gli Usa.
L’eurodeputata Tiziana Beghin (M5s), presente alla conferenza stampa, lamenta il fatto che le è consentito visionare i documenti relativi al negoziato, ma non riprodurli e diffonderli, “né divulgarne il contenuto”. Critica anche l’eurodeputata del gruppo Gue Eleonora Forenza, che rispedisce al mittente le accuse rivolte da Paolo De Castro, relatore permanente sul Ttip in commissione Agricoltura dell’Europarlamento, ai deputati europei che “sono contrari a prescindere” all’accordo. “È vero, siamo contrarissimi al trattato – ammette Forenza – ma non a prescindere. Abbiamo molte ragioni per opporci”, precisa.
Si tratta delle stesse motivazioni fatte proprie dai movimenti e dalle associazioni aderenti alla campagna Stop Ttip: la presenza dell’Isds – l’arbitrato per la soluzione delle dispute tra investitori e Stati –; le preoccupazioni sulla sicurezza alimentare, che gli attivisti ritengono messa a repentaglio con il rischio che venga meno il principio di precauzione – una sostanza non può essere commercializzata finché non si prova che sia innocua – adottato dall’Ue ma non dagli Usa; i timori di un impatto negativo sulla produzione agricola europea; le paure che i benefici economici siano minimi rispetto ai costi in termini di tutela dei diritti sociali, ambientali e di tutela della salute. In altre parole, riassume Marco Bersani di Attac Italia, la convinzione che anima la campagna è che con il Ttip si faccia “un salto definitivo dallo Stato di diritto allo Stato di mercato”.
Nella Capitale, le associazioni aderenti all’iniziativa si sono date appuntamento la mattina in Piazza della Rotonda, davanti al Pantheon, dove daranno vita a una caccia agli spettri per catturare “un vero e proprio trattato fantasma”, annunciano, poiché ritengono che “la totale assenza di trasparenza dei negoziati” abbia reso il Ttip un ectoplasma. Nel pomeriggio si sposteranno a Piazza Santi Apostoli. Anche a Milano sarà Piazza Duomo il luogo di ritrovo, mentre a Napoli si sono dati appuntamento in Piazza Dante e, a Firenze, presso la vecchia Stazione Leopolda e al Ponte Santa Trinità.