Bruxelles – La Turchia dovrebbe riconoscere il genocidio armeno e iniziare così un vero processo di riconciliazione. Ieri la Plenaria del Parlamento europeo riunita a Bruxelles ha votato un testo che sprona Ankara a “venire a patti con il suo passato”. Tra il 1915 e il 1916 circa un milione e 300mila armeni (il numero esatto è oggetto di dibattito), furono deportati e uccisi dal governo dei Giovani Turchi ma l’evento è da sempre sminuito nel Paese e riconosciuto solo in parte. Secondo la risoluzione la Turchia dovrebbe “cogliere l’importante opportunità offerta dalla commemorazione del centenario del genocidio armeno per portare avanti gli sforzi volti a venire a patti con il passato, anche con l’apertura degli archivi, e a riconoscere il genocidio armeno, aprendo così la strada a un’autentica riconciliazione tra il popolo turco e il popolo armeno”. I deputati chiedono ad Ankara di “rispettare e realizzare appieno gli obblighi che ha assunto in materia di salvaguardia del patrimonio culturale e, in particolare, a effettuare in buona fede un inventario integrato del patrimonio culturale armeno e di altre culture distrutto o rovinato entro la sua giurisdizione durante il secolo scorso”.
Parole che son state ignorate dal presidente Recep Tayyip Erdogan, che prima ancora della votazione, aveva già dichiarato che “qualsiasi decisione prenderà il Parlamento europeo, mi entrerà da un orecchio e mi uscirà dall’altro”, perché “non è possibile per la Turchia accettare un simile crimine”, visto che “non ci sono ombre né macchie di genocidio su di noi”.
I deputati hanno anche elogiato la dichiarazione di papa Francesco che ha apertamente parlato di “genocidio”. Una sortita che invece ha fatto andare su tutte le furie Ankara, con Erdogan che ha “condannato” le parole del papa e lo ha “avvertito” di non “ripetere questo errore”.
“Il genocidio degli Armeni è un crimine contro l’umanità che Ankara continua a negare, cancellandolo dalla propria coscienza politica”, ha detto Barbara Spinelli di L’Altra Europa (Gue) nel corso della discussione in Plenaria. “Nei fatti, è egualmente censurato nei negoziati europei con Ankara, anche se alcuni Stati – e questo Parlamento nel 1987 – hanno dato ai massacri il nome di assassinio di un popolo in quanto tale”, ha accusato. “È come se l’Europa”, ha continuato l’eurodeputata, “l’avessimo unita senza un riconoscimento tedesco dei genocidi nazisti. L’Unione non sarebbe nata senza tale riconoscimento, che è piena assunzione dell’eredità di regimi politici passati”. Per Spinelli “questa politica negazionista impedisce ai governi turchi non solo un’autentica pacificazione con l’Armenia, ma anche un’autocritica sull’invasione e la spartizione di Cipro nel 1974”.
Il riconoscimento di quello armeno come un genocidio è tuttora un tema controverso. Secondo Wikipedia solo 20 Stati al mondo, tra cui l’Italia la Francia e altri 8 Paesi membri dell’Ue, in passato lo hanno in qualche modo riconosciuto con una risoluzione del Parlamento, ma la cosa non è rivendicata apertamente nelle dichiarazioni come dimostrano i distinguo degli ultimi giorni dello stesso governo italiano, preoccupato di complicare i rapporti con la Turchia. E il genocidio non viene riconosciuto dagli Stati Uniti e nemmeno dall’Onu e dalla Commissione europea. Proprio dopo le parole del papa il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite ha spiegato che Ban Ki-moon considera il massacro degli armeni un “crimine atroce” ma non supporta la definizione di “genocidio”.