Bruxelles – Andare via di casa e lasciare l’appartamento dei propri genitori? Come nella crisi e nella propensione all’austerità anche in questo l’Europa sembra essere divisa tra nord e sud con l’età media in cui si inizia a farsi una propria vita indipendente che cambia in maniera considerevole. Complice molto probabilmente la crisi e la mancanza di sostegno da parte dello Stato, in generale sono i Paesi dell’Europa mediterranea dove si va via di casa più tardi. In Spagna, in Grecia e in Romania lo si fa tra i ventotto e i ventinove anni, in Italia addirittura a 30, quattro anni dopo la media europea che è di 26.
Secondo i dati Eurostat i tre Paesi nordici di Svezia, Danimarca e Finlandia sono quelli in cui i figli se ne vanno prima di casa: rispettivamente a 19, 21 e 22 anni. Dal nord al sud l’età sale man mano che ci si sposta verso il cuore del continente con i ragazzi dei Paesi Bassi, della Francia e della Germania che trovano la propria indipendenza più o meno tra i ventitré e i ventiquattro anni. I giovani che restano più a lungo a casa con i genitori sono quelli croati, che vanno via a 32 anni, seguiti dagli slovacchi (quasi 31), maltesi (30) e poi gli italiani, quartultimi della classifica europea. Meglio però fanno le donne che secondo l’Eurostat nel nostro Paese lasciano la casa dei genitori a una media di 28,7 anni, mentre gli uomini lo fanno a 31. E qui forse una piccola dose di “mammonismo” ci sta.
La cartina europea