Bruxelles – A breve la disponibilità di risorse alimentari sarà messa a rischio. O meglio lo è già, nella misura in cui molte persone non hanno accesso al cibo, ma in prospettiva la scarsità sarà per tutti, a fronte di un’offerta comunque insufficiente . La domanda mondiale di carne è in crescita, e con essa cresce esponenzialmente la richiesta di allevamento di animali. Il che vuol dire coltivare campi e terreni. “Ma non c’è abbastanza terreno per tutti”. Paolo De Castro lancia l’allarme. Il capogruppo S&D in commissione Agricoltura del Parlamento europeo ricorda qual è la posta in gioco in occasione del Workshop “L’Expo2015 di Milano e il dibattito mondiale sulla sicureza alimentare”, tenuto a Bruxelles. Expo, rileva De Castro, “non deve essere solo un grande fiera, ma l’opportunità per discutere e affrontare il tema del cibo in modo”. All’orizzonte ci sono scenari poco rassicuranti, con fame e conflitti crescenti. Già oggi è in atto “una caccia alla terra”, primo passo per l’accaparramento alla risorse, e va evitata una corsa di cui non si conosce il punto di arrivo.
La domanda mondiale di cibo aumenterà del 70% da qui al 2050, e la domanda – ricorda De Castro – “non è dovuto solo ad un aumento demografico, ma è il risultato del cambio della abitudini alimentari”, a loro volta orientate dalla ricchezza. Ci sono Paesi che si stanno arricchendo, i cosiddetti Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Suadfrica) su tutti. Persone che prima non potevano permettersi di comprare determinati generi alimentari ora possono, e lo reclamano. Ma lo stress sulla catena produttiva rischia di non essere sostenibile. “Per produrre una proteina animale servono 5-6 proteine vegetali”, ricorda De Castro. Si tratta di un rapporto invariabile, per cui se la domanda mondiale di carne aumenta, occorre aumentare “x5” o “x6” quella vegetale. Solo per fare un esempio, solo in Cina oggi il consumo di carne è passato da 23 chili pro-capite l’anno a 56, ancora lontano dai consumi dell’occidente (circa 100 chili a testa l’anno), ma pari a più del doppio dei vecchi consumi. Con un Paese in continua crescita e continua aumento del potere d’acquisto, se solo i cinesi – oltre 1,3 miliardi di persone – iniziano a consumare ancora più carne si pongono problemi di sostenibilità e di disponibilità delle risorse. Problemi che esistono già. “In Africa milioni di ettari di terreni sono già passati di proprietà, e gran parte è in mano a cinesi”, evidenzia De Castro. “Negli Stati Uniti il 40% della carne è di proprietà dei cinesi, e in Brasile il primo esportatore di soia è cinese”.
Diventa allora di cruciale importanza che a Expo2015 si sottoscriva la Carta di Milano, documento in cui si riconosce che tutti devono avere “diritto di accesso a cibo adeguato, nutriente e sicuro” così come “accesso ad acqua pulita ed energia”. E’ in gioco la vita, per cui se non si fanno passare certi principi a livello mondiale si rischiano scenari di ancor più difficile prevedibilità.