Ci sono stati dei “passi iniziali” ma gli accordi di Minsk che dovrebbero portare ad una soluzione politica alla crisi ucraina sono lontani dall’essere pienamente rispettati: perché questo avvenga servono ancora “progressi rapidi e sostanziali su elementi in sospeso”, in particolare “il rispetto del cessate il fuoco e il ritiro delle armi pesanti”. È questa la valutazione dei ministri degli Esteri dei Paesi del G7 (Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti), riuniti in questi giorni a Lubecca. Una constatazione che porta con sé una indicazione precisa anche riguardo alle sanzioni nei confronti della Russia: “Il G7 – evidenziano le conclusioni della riunione – sottolinea lo stretto legame tra la piena implementazione degli accordi di Minsk e le sanzioni internazionali”, la cui durata “dovrebbe essere chiaramente legata alla completa implementazione da parte della Russia degli accordi di Minsk e del rispetto della sovranità dell’Ucraina”. Insomma visto che Mosca non rispetta ancora del tutto gli accordi di pace, il momento per il ritiro delle sanzioni nei suoi confronti ancora non è arrivato. Resta da vedere se saranno dello stesso avviso anche tutti gli Stati Ue, chiamati, nel Consiglio europeo di giugno, ad esprimersi sul prolungamento del pacchetto annuale di misure economiche nei confronti della Russia. Un ipotesi su cui diversi leader, il greco Alexis Tsipras in testa, hanno già espresso chiari dubbi.
“Non è nell’interesse di nessuno, né tra quelli oggi intorno al tavolo né nell’Ue, isolare la Russia”, ha assicurato a fine riunione l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini. “Abbiamo sempre detto tutti – ha continuato – che sarebbe bene che ad un certo punto la Russia torni a giocare un ruolo responsabile sulla scena internazionale, così come sta già facendo su altri dossier come i negoziati con l’Iran o il processo di pace in Medio Oriente”. Il punto, ha però ricordato Mogherini, è che “vogliamo vedere la crisi ucraina risolta e le regole internazionali restaurate”. Insomma “vogliamo che la Russia torni a giocare un ruolo responsabile”, ma “è nelle sue mani la decisione di farlo”.
I membri del G7 confermano anche la condanna per l’annessione russa della Crime, risalente ormai a più di un anno fa e continuano a chiedere a Mosca di esercitare la sua influenza sui separatisti perché si impegnino a rispettare pienamente gli accordi di Minsk. “Siamo preoccupati – sottolineano anche i ministri degli Esteri dei sette Paesi – dalle continue campagne di disinformazione nei media controllati dallo Stato russo così come dalla crescente pressione sui personaggi politici e della società civile che manifestano disaccordo con la direzione presa dal governo russo”. Un richiamo anche all’Ucraina, a cui si ricorda l’importanza di proseguire con “riforme strutturali”, tra cui soprattutto la “riforma costituzionale”, misure per la “decentralizzazione” e “una vigorosa implementazione del pacchetto anti corruzione adottato lo scorso anno”.