Bruxelles – Il controverso piano per combattere la “Xylella fastidiosa”, il batterio accusato di essere la causa della malattia del disseccamento rapido che ha colpito molti uliveti nel Salento, prevede, oltre all’estirpazione di migliaia di ulivi, spesso plurisecolari, l’uso “su larga scala” di pesticidi. Una misura che però trova “una fortissima opposizione” da parte della popolazione locale. Lo ha riconosciuto lo stesso autore del Piano, Giuseppe Silletti, il commissario straordinario per l’emergenza Xylella, in una lettera confidenziale del mese scorso all’Efsa, l’Autorità europea di Sicurezza alimentare di Parma, che è stata resa nota oggi a Bruxelles dall’europarlamentare pugliese del M5s Rosa D’Amato.
Nel carteggio, Silletti chiede praticamente all’Efsa di aiutarlo a “motivare l’implementazione delle misure di controllo chimico dei vettori” dell’infezione, ovvero la cicalina “Homalodisca vitripennis”, detta “sputacchina”, che introduce la Xylella nei canali linfatici delle piante, e che nasce e vive nelle erbe del suolo prima di spiccare il volo e poter arrivare nelle cime degli alberi.
“Il piano – spiega Silletti – prevede azioni di controllo dei vettori che comprendono anche l’impiego su larga scala di insetticidi. Si tratta di un aspetto molto delicato per il quale incontro una fortissima opposizione da parte di diverse componenti della popolazione”.
Dopo aver notato che “la motivazione più forte a sostegno della contestazione” dell’uso di pesticidi viene proprio da un’affermazione dell’Efsa, il commissario straordinario chiede all’Autorità di Sicurezza alimentare “una nota a chiarimento dell’interpretazione di questo aspetto”.
L’affermazione dell’Efsa in questione si trova al punto 3.5.2 della sua opinione scientifica sulla Xylella pubblicata nel gennaio scorso. “L’uso intensivo di trattamenti insetticidi per limitare la trasmissione della malattia e controllare l’insetto vettore può avere conseguenze dirette e indirette sull’ambiente modificando intere reti alimentari con effetti a cascata”, si legge nel documento. “Per esempio – prosegue l’Efsa – l’impatto indiretto dei pesticidi sull’impollinazione è attualmente motivo di grave preoccupazione”. Diversi pesticidi neonicotinoidi sono stati in effetti proibiti recentemente dall’Ue perché considerati responsabili del fenomeno della morìa delle api. E uno di questi pesticidi è tra la sostanze che potrebbero essere usate per attuare il Piano Silletti. Inoltre, sottolinea sempre l’Efsa, “i trattamenti insetticidi su larga scala rappresentano un rischio anche per la salute umana e animale”.
Duro il commento della D’Amato: “Altro che bisturi. Siamo davanti a una pratica che la stessa Efsa ha più volte espressamente sconsigliata per la sua pericolosità e per la sua dubbia utilità”, ha detto l’esponente del M5s, che è membro della commissione Agricoltura del Parlamento europeo.
“Se varata, questa misura potrebbe comportare rischi gravissimi per la salute dei pugliesi e per l’ambiente. Dopo le eradicazioni degli ulivi, insomma, il Piano Silletti potrebbe arrecare nuovi gravissimi danni alla Puglia. Anche per questa ragione va fermato subito”, ha avvertito Rosa D’Amato.
Secondo l’europarlamentare tarantina, “sia l’abbattimento di ulivi, sia l’uso di insetticidi, entrambi su larga scala, rappresentano misure gravissime, che non hanno ancora alcun fondamento scientifico. Mancano, infatti – ha ricordato D’Amato -, i test di patogenità, gli unici che possano darci la prova certa dell’origine della morìa degli ulivi pugliesi. Come hanno ribadito diversi esperti in questi mesi, il batterio Xylella potrebbe essere solo una delle cause. Ma il governo Renzi – ha concluso l’europarlamentare del M5s -, attraverso la Protezione civile, continua a concentrarsi solo su questa, senza prove scientifiche in mano e senza alcun ritegno per la sorte degli agricoltori e dei cittadini pugliesi”.
Lorenzo Consoli per Askanews