Articolo tratto da repubblica.it
Roma – L’isola di Budelli, perla dell’arcipelago della Maddalena, continuerà a essere protetta da vincoli ambientali e paesaggistici ferrei, ma deve tornare nelle mani del suo legittimo proprietario. Che non è il pubblico, ovvero l’Ente Parco della Maddalena, che avrebbe voluto esercitare un diritto di prelazione riconosciuto dal Tar, bensì il privato: il magnate neozelandese Michael Harte, vincitore dell’asta con cui due anni fa si era conclusa la procedura fallimentare della società immobiliare svizzera che fino a quel momento era stata la proprietaria dell’isola sarda celebre per l’ormai inavvicinabile spiaggia rosa. E’ il verdetto, per molti versi sorprendente, del Consiglio di Stato, che con la sentenza n. 1854 oggi ha annullato la prelazione dello Stato perché l’Ente Parco non ha predisposto un piano di tutela che giace alla Regione Sardegna in attesa di approvazione. Amarezza ma non rassegnazione nelle parole di Giuseppe Bonanno, presidente dell’Ente Parco della Maddalena, che medita di esportare la battaglia per “Budelli bene pubblico” in Europa. “Non molliamo, la procedura non finisce qui. Se ci sono margini, la nostra intenzione è il ricorso alla giustizia europea. Budelli merita di più”.
Nella sentenza, la sesta sezione del Consiglio di Stato sottolinea che l’isola di Budelli era proprietà privata ben prima dell’istituzione del Parco della Maddalena. Tanto, si rileva, che nel 1984 il prefetto di Sassari autorizzò il proprietario ad alienare a una società privata “l’intera isola di Budelli”. Sul piano strettamente giuridico, l’organismo di giustizia amministrativa ha ricordato che “il diritto di prelazione ha carattere ablatorio della proprietà privata, cioè sostanzialmente espropriativo, e come tale deve avere una base legale certa, conformemente a quanto da sempre ritenuto pacifico e più volte ribadito anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo”. La legge n. 394 del 1991, come condizione per il legittimo esercizio della prelazione, richiede che sia “adottato un piano di tutela del parco e che la prelazione possa riguardare solo le aree che in quel piano siano classificate nelle prime due zone di maggior tutela”. Ma “in questi lunghi anni – sottolinea il Consiglio di Stato – il piano non è stato adottato dall’amministrazione e la sua mancanza inesorabilmente impedisce l’esercizio del diritto di prelazione”. Circostanza che “era stata sottolineata dal Consiglio di Stato anche nell’ordinanza cautelare emessa in corso di giudizio circa un anno fa”.
Questa base legale, osserva il Consiglio di Stato, “non può essere impropriamente surrogata da altro strumento pianificatorio, diverso per contenuti e finalità, come aveva invece ritenuto in primo grado il Tribunale amministrativo della Sardegna. Né è sufficiente lo stanziamento in legge della somma necessaria, in quanto la copertura finanziaria presuppone comunque che la prelazione sia esercitata legittimamente”. Quindi, per il Consiglio di Stato non bastava pareggiare l’offerta di Harte, cosa che il governo Letta, (ministro dell’Ambiente era Andrea Orlando) aveva fatto approvando poco più di un anno fa uno specifico emendamento “Budelli” nella legge di stabilità.Bisognava avere le spalle coperte da un diritto di prelazione che il Tar della Sardegna aveva erroneamente, secondo il Consiglio di Stato, riconosciuto al pubblico.
Bonanno, come anticipato, non accetta il verdetto. “Oggi è stata compiuta un’ingiustizia nei confronti dell’Isola di Budelli” dice rammaricato all’Ansa il presidente dell’Ente Parco, “questa diatriba non fa altro che dilatare i tempi di una tutela che da anni è in stand by: se da una parte è vero che comunque sull’Isola di Budelli permangono i vincoli, è anche vero che non ci è consentito avviare interventi di valorizzazione. Non vogliamo abbandonare questa battaglia”, prosegue Bonanno, “da trent’anni l’Isola di Budelli è stata abbandonata a se stessa e alle vicende personali dei proprietari, che l’hanno portata a esser svenduta nelle aule dei tribunali. Noi vogliamo sottrarla a queste vicissitudini” anche perché “non è sempre vero che una cosa nelle mani di un privato funzioni a prescindere, che funzioni meglio del pubblico”.
Il privato, il banchiere neozelandese Michael Harte, acquisì Budelli nell’ottobre del 2013 a un’asta giudiziaria. Due milioni e 900mila euro per dirsi proprietario di un gioiello naturale, 160 ettari sottoposti a vincolo assoluto di inedificabilità, circondati da un mare cristallino. La notizia era finita sulle prime pagine imbarazzando una politica che di quell’asta aveva quasi finto di ignorare l’esistenza. Si era allora cercato di recuperare il terreno perduto, e l’immagine, avviando la procedura del “diritto di prelazione” esercitato dal Parco dell’arcipelago di La Maddalena. Harte aveva fatto ricorso al Tar sardo, vedendosi dare torto lo scorso ottobre, quando il tribunale amministrativo aveva confermato la prelazione all’Ente Parco. Il neozelandese aveva quindi presentato istanza al Consiglio di Stato, che oggi ribalta la prospettiva.