Bruxelles – Il Lussemburgo è il quinto Stato membro ad annunciare il proprio contributo al Piano per gli investimenti della Commissione guidata da Jean-Claude Juncker. Il Paese contribuirà con 80 milioni di euro al Fondo europeo per gli investimenti strategici, (Efsi), l’elemento centrale del piano da 315 miliardi. Il contributo avverrà attraverso la sua Banca nazionale degli investimenti, la Société Nationale de Crédit et d’Investissement (SNCI).
Per il vicepresidente della Commissione, Jyrki Katainen, “è molto incoraggiante che gli Stati membri siano così impegnati a voler permettere all’Europa di investire di nuovo”. “Non vedo l’ora”, ha continuato il commissario, “di discutere il piano in dettaglio con il governo lussemburghese, imprenditori e studenti quando visiterò il Paese il 27 aprile”.
Quello del piccolo, ma comunque ricco, Lussemburgo è finora il contributo più basso arrivato al Piano a cui fino ad ora hanno aderito solo altri 4 Paesi su 28. Il primo a mettere mano al portafogli è stata la Germania che a gennaio ha messo sul piatto 8 miliardi, poi è stata la volta della Spagna, che ha messo a disposizione solo un miliardo e mezzo. Il terzo Stato a farsi avanti è stata la Francia, seguita dall’Italia, entrambe con con 8 miliardi. In tutto ora i miliardi messi a disposizione del Feis direttamente dagli Stati membri sono quindi circa 26 che vanno ad aggiungersi ai 21 miliardi iniziali di risorse comunitarie, di cui 16 di garanzie dal bilancio pluriennale dell’Ue e cinque dalla Bei. 21 miliardi che, secondo le stime della Commissione, grazie a un effetto moltiplicatore di 15 a 1 dovevano diventare 315 in tre anni. Con l’aggiunta dei nuovi soldi nazionali, e se l’effetto moltiplicatore dovesse essere davvero quello promesso, questa cifra potrebbe essere molto più alta.