Bruxelles – Continua al Parlamento europeo il lavoro sulla parere comune dell’Aula sui principi base del Ttip, l’accordo di libero scambio Unione europea e Stati Uniti. La commissione per il Commercio internazionale, e nello specifico il suo presidente e relatore del testo, il socialista tedesco Bernd Lange (S&D), è responsabile della stesura finale della posizione dell’Assemblea comunitaria, ma tutte le 14 commissioni stanno votando le proprie opinioni che poi Lange dovrà decidere se e come includere nel testo finale. Dopo i voti in quelle Sviluppo, Industria, Mercato interno e Trasporti questa settimana altre commissioni hanno detto la loro sul Ttip.
La prima a esprimersi è stata lunedì la commissione Affari esteri che ha approvato con alcuni emendamenti l’opinione del popolare spagnolo Francisco José Millán Mon. I deputati hanno chiesto di non erodere la tutela dei consumatori, i diritti dei lavoratori o le norme ambientali e di includere un forte capitolo energetico per diversificare le fonti di approvvigionamento e ridurre la dipendenza dall’Est, e quindi dalla Russia.
La commissione Libertà civili ha approvato martedì la sua opinione con 41 voti a favore, 10 contrati e 2 astensioni in cui ha chiesto garanzie sulla protezione dei dati personali e per questo di inserire nel trattato una clausola vincolante che “esenti pienamente dall’accordo il quadro giuridico dell’Ue, presente e futuro, sulla protezione dei dati personali”. Per il relatore Jan Philipp Albrecht, dei Verdi tedeschi, si tratta della “cosa più importante”. La commissione poi, riferendosi allo scandalo Datagate sullo spionaggio messo in atto dalla Nsa statunitense, ha ribadito che non ci sarà nessun accordo “fino a quando le attività di sorveglianza di massa non siano completamente abbandonate”, come chiesto anche da una risoluzione aprovata in Aula lo scorso anno.
Ultima a votare la sua posizione questa settimana è stata la commissione Lavoro che con 30 voti a favore, 18 contrari e 3 astensioni ha dato il via libera al testo della liberale irlandese Marian Harkin. Nel sottolineare che il trattato non deve in alcun modo portare a un abbassamento dei diritti dei lavoratori europei i deputati hanno chiesto che i servizi pubblici (tra cui l’acqua, la salute, i sistemi di sicurezza sociale e di istruzione) siano esclusi dal campo di applicazione del trattato. Non da ultimo si critica il meccanismo Isds, quello per la risoluzione delle dispute tra Stato e aziende, definendolo “controverso”, e chiedendo che qualsiasi eventuale accordo su di esso sia fatto in seguito a una consultazione pubblica e che non metta in pericolo il diritto dei Paesi membri di legiferare come ritengono più giusto in materia di lavoro e diritti sociali.
La clausola Isds, come ammesso dalla stessa commissaria al Commercio Cecilia Malmström, per l’opinione pubblica europea è la parte più problematica del Ttip, un accordo che già di per sé non sembra essere molto popolare tra i cittadini comunitari. È anche uno dei punti su cui si sta interrogando più di tutti il secondo gruppo della maggioranza parlamentare, ovvero quello dei Socialisti e democratici. A febbraio il capogruppo Pittella lo aveva definito una “linea rossa”, ma a quanto pare ora per i socialisti la questione si è fatta più sfumata. “La gran parte dei deputati S&D resta contraria”, ci spiega una fonte, “ma si sta facendo largo la posizione per cui se si riuscirà ad avere un buon accordo sugli altri punti si potrebbe anche accettare la disputa Stato imprese, a patto però che venga riformata”.
Quando tutte le commissioni parlamentari si saranno espresse starà poi a quella per il Commercio internazionale a inizio maggio dare il vero via libera alla relazione Lange, che poi dovrà essere approvata dall’intera Plenaria. Una sua bocciatura, che al momento non sembra probabile, vorrebbe dire una interruzione dei negoziati visto che il trattato, semmai si riuscirà a raggiungere un compromesso tra Bruxelles e Washington, dovrà essere approvato dall’Aula di Strasburgo e da tutti gli Stati.