Bruxelles – Per combattere terrorismo e immigrazione irregolare bisogna affrontare all’origine le cause dell’instabilità dei Paesi del nord Africa. È soprattutto questo il tema che il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk ha voluto affrontare nel corso del suo tour di questi giorni nel Mediterraneo che lo ha portato ieri a Malta e oggi a Madrid e a Tunisi. Un viaggio frutto anche della pressante richiesta di Matteo Renzi nel corso dell’ultimo Consiglio europeo, quando il premier italiano aveva parlato di un’Europa “strabica” perché troppo concentrata soltanto ad Est, alla crisi ucraina e ai rapporti con la Russi e troppo poco verso il Mediterraneo.
Bisogna capire “come l’Unione europea può e deve contribuire a portare calma tra i nostri vicini meridionali affrontando alla radice le cause di instabilità”, e allo stesso tempo deve anche capire come gestire “i sintomi” di questa instabilità “non ultimo il terrorismo e l’immigrazione irregolare”, ha dichiarato Tusk dopo il suo incontro con Mariano Rajoy. Questo, ha aggiunto, sarebbe “nell’interesse di tutti, nostro ma anche dei nostri vicini”.
“Siamo preoccupati per la mancanza di un governo in Libia e dello spazio aperto per l’espansione dei terroristi”, ha anche ammesso il presidente del Consiglio, secondo cui “siamo tutti concordi che l’Ue e tutti i suoi Stati membri stanno al fianco dei libici. In primo luogo dando il supporto necessario agli sforzi di Bernardino Leon (inviato speciale dell’Onu, ndr) di negoziare un durevole cessate il fuoco e la creazione di un governo di unità nazionale in Libia”.
Tusk ha poi ringraziato Rajoy perché organizzerà tra qualche settimana la conferenza interministeriale sulla politica europea di vicinato a Barcellona “una importante occasione per discudere delle nostre comuni sfide, ma anche le nostre comuni opportunità”.
Lo scopo della tappa in Tunisia è stato invece soprattutto quello di “discutere di come la Tunisia e l’Unione europea possono rinforzare la propria partnership per aiutare a stabilizzare il Paese e la più ampia regione del Mediterraneo”. Ma anche, ha spiegato Tusk dopo l’incontro con il presidente tunisino Beji Caid Essebsi, capire come “insieme possiamo aiutare a combattere alcune delle conseguenze più critiche nella regione come il terrorismo e l’immigrazione irregolare”. Dal 2011 la Tunisia è andata avanti sul cammino della democrazia” e l’Unione europea, ha assicurato Tusk, “sarà al vostro fianco in ogni passo su questa strada, politicamente, economicamente e aiutanto a rinforzare questa notevole transizione”. Ue e Tunisia, ha sottolineato il presidente del Consiglio, “stanno discutendo come possiamo incrementare ulteriormente la nostra cooperazione in termini concreti per assicurare la sicurezza dei nostri popoli”. Un richiamo anche agli attentati che poche settimane fa hanno sparso sangue e disperazione a Tunisi: il museo del Bardo, ha rimarcato Tusk non è stato scelto casualmente ma perché è il simbolo di un “glorioso passato” che i terroristi “vogliono distruggere” insieme al “promettente futuro del Paese”. Ma Unione europea e Tunisia, ha promesso, “sconfiggeranno questa minaccia insieme”.