Roma – “L’Italia è assolutamente convinta che il percorso di integrazione europea della Serbia debba fare passi avanti, con l’apertura di capitoli negoziali entro quest’anno”. Secondo il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, in visita oggi a Belgrado, “non possiamo tenere fermo un percorso di rilevanza così grande per l’Ue”. Il titolare della Farnesina, in una conferenza stampa congiunta con il suo omologo Ivica Dacic, ha poi sottolineato come il paese dei Balcani occidentali abbia “preso degli impegni e li sta mantenendo”.
Secondo il capo della diplomazia italiana, la situazione di stallo nel percorso di adesione serbo è dovuto “anche a pronunciamenti parlamentari che ci sono stati in alcuni Paesi, in particolare la Germania”, con l’imposizione di precondizioni per Belgrado riguardanti l’attuazione delle intese con il Kosovo. Il ministro ritiene però che non ci sia “niente di immutabile”, incluse le “valutazioni dei Parlamenti”, verso le quali Gentiloni si è detto “rispettoso” pur ritenendo che non siano “insuperabili”. Per questo si è mostrato ottimista, esprimendo la convinzione che “nei prossimi mesi ci siano tutte le condizioni” per lasciare alle spalle “le difficoltà”.
Dal canto suo, Dacic ha ringraziato “l’Italia per il sostegno convinto al cammino della Serbia verso l’Unione europea e per l’impegno nel sostenere l’apertura dei primi capitoli nel negoziato di adesione con Bruxelles”. Il serbo ha ricordato che il nostro Paese è “il principale partner commerciale” di Belgrado, ma rappresenta anche “un importante partner politico”.
Dopo aver proseguito il giro di incontri con il premier Aleksandar Vucic, la presidente del Parlamento Maja Gojkovic e quello della Repubblica Tomislav Nikolic, Gentiloni è intervenuto a un convegno sulla radicalizzazione e l’estremismo religioso. Sottolineando che quella contro il califfato dell’Isis “non è una lotta all’Islam”, il ministro ha invitato a considerare “le comunità islamiche in Europa” come “i nostri principali partner” contro le derive del radicalismo religioso.