Bruxelles – Terroristi infiltrati sui barconi in mezzo ai disperati che scappano dalla Libia? “Nelle attività di Frontex non abbiamo mai avuto prove della presenza di foreign fighters in mezzo ai normali migranti”. A fare chiarezza sulla presunta nuova minaccia che secondo alcuni potrebbe riguardare l’Italia e gli altri Paesi Ue che sono meta di immigrati è il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, oggi ascoltato dalla commissione Libertà civili del Parlamento europeo. Certo la possibilità non si può escludere completamente e “dobbiamo fare fronte a questa situazione che potrebbe verificarsi in futuro”, aggiunge Leggeri, ma per adesso non c’è nessun riscontro reale.
La minaccia terroristica, sottolinea invece il numero uno dell’agenzia Ue che si occupa di controllo delle frontiere, arriva piuttosto dai “migliaia di combattenti Ue che escono da Schengen e cercano di rientrare” via terra, “passando da Turchia per arrivare in Siria e tentano di ritornare verso l’Ue”. Questa “minaccia soggiacente”, assicura Leggeri “sarà oggetto di maggiore attenzione” nei prossimi mesi.
Altra preoccupazione relativamente “nuova, scoperta nel 2014” legata ai flussi di migranti, continua a spiegare il direttore di Frontex ai deputati europei, “è la ripresa del fenomeno del contrabbando di armi che causa preoccupazione per la zona Schengen”. Il problema riguarda soprattutto “armi piccole che vengono portate dai passeggeri” dei barconi che “possono nascondere armi”.
Ad amplificare tutte le preoccupazioni sono i numeri, sempre più elevati. “Lo scorso anno – spiega Leggeri presentando i dati Frontex del 2014 – è stato un anno record per l’attraversamento irregolare delle frontiere”. Si sono registrati “283 mila attraversamenti irregolari” con un “forte aumento, anche in termini percentuali rispetto al 2013”. Cifre in crescita anche per i “soggiorni irregolari” che sono “aumentati del 28%”. Le decisioni di respingimenti da parte di Paesi Ue sono pure aumentate del 12% ma “i ritorni effettivamente realizzati sono rimasti più o meno gli stessi”. Il principale Paese di provenienza degli immigrati nel 2014 è stato la Siria, seguita dell’Eritrea. Una tendenza registrata verso la fine dello scorso anno e che continua anche in questi primi mesi del 2015 è il forte incremento di migranti irregolari anche dai Balcani occidentali: i flussi da queste aree “hanno visto momenti record a fine 2014 e a inizio 2015”, evidenzia Leggeri.
Tra le principali strategie messe a punto dall’agenzia Ue per l’immigrazione per affrontare queste sfide nei prossimi mesi, soprattutto una cooperazione più forte tra Frontex ed Europol: “Abbiamo stipulato accordi”, spiega il direttore di Frontex, e “vedremo di mettere in atto misure tecniche per procedere allo scambio di dati personali”. Ad esempio: oggi, se qualche migrante vittima di tratta di esseri umani rivela dati utili per l’identificazione dei trafficanti “Frontex può inviare dati alla polizia incaricata dell’indagine, mentre in futuro potremo inviarli ad Europol e sarà Europol ad elaborare dati per condurre indagini a livello europeo”. Lo stesso avverrà anche per i dati utili per la lotta al terrorismo.