Sotto attacco non ci sono solo gli ulivi del Salento. Anche gli alberi a foglia larga di molti Paesi europei, Italia compresa, rischiano di essere decimati a causa della diffusione di un insetto altamente nocivo per la loro salute. Il nemico, in questo caso, si chiama Anoplophora glabripennis, termine tecnico per indicare un coleottero asiatico dalle lunghe “corna” che può minacciare cinquanta diverse specie di piante: dall’acero all’ippocaastano, dalla betulla al nocciolo, dal faggio alla quercia e molti altri ancora. Fino ad ora, segni di una consistente diffusione sono stati registrati in sei Paesi Ue: oltre all’Italia anche Austria, Germania, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito.
Per tentare di arginare la diffusione la Commissione europea ha proposto un pacchetto di misure di emergenza, già approvate dagli esperti degli Stati membri. Si tratta di una strategia di gestione completa sull’eradicazione e il contenimento del parassita che include anche l’impegno ad aumentare la consapevolezza del pubblico sulla minaccia che il coleottero asiatico costituisce. Già lo scorso anno l’Ue aveva co-finanziato una campagna per combattere l’insetto in cinque Stati membri per un valore complessivo di oltre un milione di euro. Le nuove misure, che forniranno ai Paesi linee guida comuni su come agire in caso di diffusione dell’Anoplophora glabripennis, diverranno effettive dalla pubblicazione sulla gazzetta ufficiale dell’Ue che dovrebbe avvenire a maggio.
Tra queste compariranno l’obbligo di notificare la diffusione, controlli annuali ufficiali, demarcazione delle aree infestate, monitoraggio e rimozione e distruzione delle piante infestate. Le misure chiariranno anche le condizioni per l’importazione e il trasporto di determinate piante, legnami e materiali di imballaggio fatti di tipi di legno che potrebbero ospitare l’insetto.
In Italia la diffusione del coleottero asiatico è più frequente nel nord Italia e in particolare è stata osservata in Lombardia e Veneto, dove negli anni passati sono già state messe in atto campagne per l’eradicazione con la distruzione di piante infestate e quelle vicine appartenenti a specie esposte al contagio. Particolarmente grave la situazione nell’Alto milanese dove l’insetto costituisce una seria minaccia per parchi e aree protette. Già nel 2004 la Regione Lombardia ha dichiarato lo stato di quarantena e ordinato l’abbattimento delle piante colpite in tutte le aree interessate. Più recentemente la presenza dell’insetto è stata registrata anche a Roma.