Roma – “Dal 2014 al 2020” l’Italia potrà beneficiare di “11 miliardi di euro” di Fondi strutturali europei per l’occupazione giovanile. Ad annunciarlo da Roma è la commissaria Ue per l’occupazione Marianna Thyssen, nel corso di un incontro con il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti per presentare gli ultimi dati relativi alla Garanzia giovani in Italia. Ma “i soldi – mette in guardia la Commissaria – non bastano per far ripartire le nostre economie: servono le riforme strutturali”. Da questo punto di vista, Thyssen ha notato “che l’Italia è molto attiva”, e il “Jobs act – ha commentato – va bene ma le misure vanno ampliate”.
La Commissaria risponde anche alle critiche mosse alla Garanzia giovani dalla Corte dei Conti europea, secondo cui manca un adeguato sistema di monitoraggio sull’attuazione del programma e i fondi rischiano di essere insufficienti vista la mancata realizzazione di una valutazione d’impatto. “La Commissione ha sviluppato una serie di indicatori per monitorare l’attuazione del programma” risponde Thyssen. Nessuna risposta, invece sull’inadeguatezza delle risorse a disposizione.
Un problema che l’Italia potrebbe vivere sulla propria pelle, come ribadito dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, secondo il quale esiste una “alta probabilità di non avere risorse sufficienti per soddisfare tutte le richieste”. Ad oggi “le regioni hanno già impegnato oltre 900 mila euro del miliardo e mezzo che l’Ue ci ha messo a disposizione”, dichiara Poletti. Quindi, prosegue, visto il trend delle adesioni – 10/12 mila iscrizioni a settimana – “ci poniamo il problema di come trovare i soldi per prestare il servizio anche alle ragazze e ai ragazzi che vanno oltre” il budget a disposizione. Ma Thyssen non coglie la richiesta.
Poletti ha illustrato i dati più recenti, che “sono consultabili da tutti” online. Sono 476 mila i giovani iscritti, e 230 mila hanno già fatto almeno il primo colloquio. Coloro che hanno già ricevuto una proposta di lavoro o di formazione “sono circa 50 mila”, spiega il ministro. Un dato che appare un po’ modesto, ma il titolare di Via Veneto è ottimista: “Siamo in un percorso di accelerazione”.
Meno ottimisti i giovani di Sciopero sociale, che hanno contestato il ministro e il commissario europeo fuori dal palazzo della Regione. Si tratta degli stessi che manifestavano a febbraio lamentando il mancato pagamento dei rimborsi previsti per i tirocini. Su questo fronte non hanno registrato alcun progresso. “Io ho iniziato il tirocinio il primo novembre – racconta Antonietta – dopo essermi trovata da sola un’azienda che mi accogliesse, e ad oggi non ho ricevuto ancora un centesimo”. Tra poco “finirò il tirocinio – aggiunge – e non so cosa fare”. Perché il problema che segnalano i ragazzi e le ragazze, alzando i loro striscioni e scandendo slogan di protesta, è che “questo programma spende milioni di euro ma i giovani continuano a non trovare lavoro”.
Sulla questione dei pagamenti risponde l’assessore regionale Lucia Valente. “Siamo consapevoli dei ritardi”, spiega, “e abbiamo già iniziato una interlocuzione con l’Inps regionale” – ente incaricato di erogare i fondi ai tirocinanti in base a una convenzione stipulata tra la Regione Lazio e l’Istituto di previdenza – per “dare una risposta immediata ai giovani” ed effettuare i pagamenti “nelle prossime settimane”. I tirocinanti sperano che sia la volta buona.