Bruxelles – Il piano per gli investimenti ha tutte le carte in regola per produrre i propri frutti, ma “tutti devono essere coinvolti nelle scelte politiche”, che per portare i benefici attesi e tradursi in quegli obiettivi prefissati richiedono “la necessità di impegno da parte di tutti”. In altre parole, gli Stati membri dell’Ue devono mettersi in gioco, risultando propositivi e costruttivi, incalza il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, nel corso del BusinessEurope day dedicato agli investimenti. “Se i governi ritengono che questo piano non sia sufficientemente ambizioso mettano mano al portafogli”. Non è una critica, quanto un invito a contribuire ad una strategia attraverso cui passa una buona fetta della credibilità dell’Unione europea. A oggi solo Stati membri hanno ufficialmente garantito sostegno al Fondo Feis per gli investimenti strategici (Francia, Germania, Italia e Spagna). Juncker chiede di più. In termini di risorse, certo, ma non solo. “Non è solo questione di soldi, è anche questione di presentare progetti attrattivi per gli investimenti”. Perchè altrimenti le risorse vengono spese male, e il piano per far ripartire l’Europa rischia un fallimento. “Mi aspetto che gli Stati membri giochino un ruolo attivo” nel rilancio dell’Europa.
Juncker ricorda quindi che gli investimenti sono uno dei tre elementi alla base dell’attuale politica europea. Gli altri due sono responsabilità fiscale e riforme strutturali. “La mia paura è che per via di condizioni buone si riducano gli sforzi di riforma”, ammette il presidente della Commissione Ue. I tassi di cambio sono crollati, così come i prezzi del greggio. “Ci sono tutte le condizioni per promuovere crescita e riforme”, quindi non è questo il momento per rilassarsi. Ciò vale per gli Stati membri come per l’Europa. Se non si rilancia il mercato unico ora, quando?, sembra domandare Juncker. “Il Mercato unico non è completo e deve essere portato a completamento”. Di fronte a chi propone di ripensarlo, il lussemburghese ricorda che per l’attuale esecutivo comunitario da lui presieduto “la libertà di circolazione non deve essere messa in discussione, perchè se rimettiamo in dicussione questo principio il giorno dopo si cominciano ad attaccare altre basi del mercato unico”. Il mercato unico “va rafforzato, non indebolito”.