Bruxelles – L’Europa “ha bisogno” di trattati di libero scambio con altri Paesi del mondo, e “non si tratta di una questione teorica, ma di un fatto concreto”, dimostrato dai dati. La commissaria al Commercio, Cecilia Malmström, è entusiasta dei risultati contenuti nel terzo report annuale sull’accordo di libero scambio tra Ue e Corea del Sud, firmato nel 2011. “Prima avevamo un deficit nelle vendite, importavamo più di quanto esportassimo, ora è il contrario: il nostro surplus commerciale ammonta a 3,6 miliardi l’anno”, ha annunciato Malmström elencando le cifre.
I dati mostrano che nei primi tre anni le esportazioni Ue di beni verso la Corea sono aumentate del 35%, facendo salire il giro di affari dai 30,6 miliardi dell’anno prima dell’entrata in vigore dell’accordo, ai 41,5 attuali. Se il trattato non fosse stato in vigore le imprese europee avrebbero pagato dazi per 1,6 miliardi solo nel 2014. Le esportazioni dell’Europa verso il Paese asiatico di beni completamente liberalizzati sono aumentate del 46%, più del 35% dell’aumento che c’è stato nelle esportazioni complessive. “Nel giro di cinque anni circa il 99% dei prodotti dovrebbero essere liberalizzati”, ha spiegato la commissaria.
Il settore che sembra aver beneficiato di più del trattato è quello degli autoveicoli. “All’inizio alcuni Stati erano scettici e temevano che le nostre industrie ne avrebbe risentito, invece le cifre sono impressionanti”, esulta Malmström. Le esportazioni di autoveicoli verso la Corea sono aumentate del 90%, portando gli introiti da 2 miliardi l’anno a 3,8 miliardi.
“Altri settori hanno beneficiato poi della rimozione delle barriere tecniche, tra questi: prodotti farmaceutici, dispositivi medici e ancora le auto”, ha spiegato ancora Malmstrom secondo cui questo trattato deve essere un “punto di riferimento per i futuri accordi”, perché “i vantaggi che ha portato possono ripetersi in futuro”, ad esempio nei Paesi “con cui stiamo trattando ovvero: Usa, Giappone e Vietnam”. E a chi le faceva notare che nell’accordo con la Corea non è prevista la clausola Isds per le dispute tra investitori e Stato, uno dei punti più controversi nei negoziati sul Ttip, Malmström si è limitata a rispondere che “nei mandati dei negoziati in corso si chiede di inserirla”.