Bruxelles – Bisogna tenere a mente la difficoltà della situazione e non avere “aspettative troppo elevate”, ma c’è la possibilità che si possa giungere ad un accordo per la formazione di un governo di unità nazionale in Libia già “entro la fine di questa settimana”. A non escludere a breve termine un consistente passo avanti nel dialogo politico in corso a Rabat è chi questi colloqui li sta guidando: l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia, Bernardino Leon, oggi è a Bruxelles per l’incontro tra Onu, Unione europea e 34 sindaci e leader locali libici. “C’è una possibilità – dice Leon – di fare progressi e avere i primi nomi per un governo di unità nazionale questa settimana”. Per ora solo una speranza, ma, assicura, “faremo del nostro meglio”.
Sugli sforzi diplomatici è dunque concentrata tutta l’attenzione e anche la missione Ue in Libia che l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini, è stata incaricata dai capi di Stato e di governo di proporre, andrà nella direzione di sostenere un risultato politico. “Stiamo lavorando su diverse opzioni”, ma “l’ho già detto: non stiamo preparando nessun tipo di intervento militare perché sappiamo bene che gli interventi militari non sono la soluzione, da qualunque parte arrivino”. Ciò che serve invece è che “i libici conducano un percorso comune, smettano di combattersi a vicenda e combattano insieme Daesh”, uno sforzo che “la comunità internazionale sarà pronta a supportare in tutti i modi”, assicura Mogherini.
Nel frattempo, anche prima di un accordo finale, occorre intervenire urgentemente a sostegno della popolazione libica a cui “la guerra sta facendo pagare un prezzo molto alto”, sottolinea Leon. “Alcune città – spiega l’inviato speciale Onu – stanno avendo problemi con le medicine, col cibo, con molti elementi base per la loro vita”: ad esempio “ci sono persone che devono andare all’ospedale in un’altra città e non riescono a raggiungerlo”. Lo scopo dell’incontro tra Ue, Onu e sindaci libici è dunque quello di cominciare a trovare insieme soluzioni a questi problemi e “individuare aree su cui si può già lavorare: supporto umanitario, servizi di base per i cittadini, trasporto aereo”.
Nell’immediato l’Ue ha stanziato tre milioni di euro per programmi locali, annuncia l’Alto rappresentante aprendo l’incontro con i rappresentanti libici. Ma si tratta solo di un primo passo: ora, esorta rivolta ai rappresentanti locali “possiamo esplorare altre modalità di supporto come gemellaggi con città europee che sarebbero pronte ad accompagnare lo sviluppo nelle vostre città”. Come precondizione per facilitare il tutto, insiste Mogherini, occorre però un accordo politico e che “ogni attività militare finisca”. Una soluzione nell’interesse di tutti visto che la questione “non riguarda solo il futuro della Libia ma anche la sicurezza europea, la sicurezza della regione, del Mediterraneo, dell’Africa”: insomma, conclude Mogherini, “si tratta di una sfida internazionale” per cui occorre lavorare insieme.