Per adesso un dibattito vero sul tema ancora non c’è. Ma solo “i rumors” sulla possibilità che gli Stati membri comincino a discutere un alleggerimento delle sanzioni europee nei confronti della Russia è sufficiente a mandare su tutte le furie il premier ucraino, Arseniy Yatsenyuk. “Rifiuto fortemente ogni dibattito sull’alleggerimento delle sanzioni”, chiarisce da Bruxelles dove ha incontrato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk: “Quello di cui possiamo parlare – chiarisce – è il prolungamento delle sanzioni o di come rafforzarle nel caso in cui la Russia non applichi l’accordo di Minsk”.
Il rischio che si corre aprendo un simile dibattito, secondo il premier ucraino, è enorme: “Qual è il successo di Putin? Quale la formula della stabilità della Russia?”, chiede, rispondendosi: “È l’instabilità nell’Ue”. Per questo, è convinto Yatseniuk, “se Putin riesce a rompere l’unità tra gli Stati membri dell’Ue questo sarà il più grande successo per Putin e un disastro per il mondo libero”.
Ed è vero che qualche divisione tra i leader dei Paesi membri dei Ventotto sul tema sanzioni comincia ad esserci. A luglio scadrà il pacchetto annuale di sanzioni economiche contro Mosca e prima di allora si dovrà decidere se rinnovarlo. Il tema sarebbe potuto finire sul tavolo dei capi di Stato e di governo già nel corso della riunione di oggi e domani ma si è deciso di lasciarlo fuori dalle discussioni perché, spiegano fonti Ue, “sul tema non c’è ancora unanimità”. Sbagliato, secondo alcuni Paesi, inviare un segnale ostile nei confronti della Russia in un momento in cui gli accordi di Minsk sembrano sostanzialmente tenere. Tutto rinviato dunque al Consiglio europeo di giugno. Oggi, invece, sul tema dovrebbe essere presentata una dichiarazione che Tusk ha concordata con la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese, François Hollande che ribadisce fortemente come le sanzioni siano legate al rispetto dell’accordo di Minsk.
In occasione della sua visita a Bruxelles, il premier ucraino chiede anche alle istituzioni comunitarie di accogliere la richiesta di Kiev a Ue e Nazioni Unite per l’invio di una missione di peacekeeping nelle regioni dell’Est. Una missione “non solo per monitorare ma anche per assicurare il rispetto degli accordi di Minsk”: “È nel nostro interesse comune” e “ci aspettiamo che i nostri amici europei supportino questa iniziativa perché tutti in Europa vogliamo la pace”, ricorda Yatsenkiuk, secondo cui una missione di peacekeeping internazionale “è uno degli strumenti per ottenerla”.