“Un libro è un libro, qualunque sia la sua forma” e imporre un’Iva più alta per gli ebook rispetto ai libri cartacei è una “discriminazione ingiustificata” a cui la Commissione europea dovrebbe porre fine “senza indugio”. A chiederlo sono i ministri della cultura di Francia, Germania, Polonia e Italia che hanno inviato una lettera congiunta all’esecutivo comunitario per chiedere di intervenire nella disputa sui libri elettronici. Alcuni Paesi, come Francia, Italia e Lussemburgo, hanno deciso imporre sugli ebook un’aliquota agevolata ma la decisione è stata condannata dalla Corte di giustizia europea. Così i ministri della Cultura si rivolgono direttamente a Bruxelles.
“I libri – sottolineano – sono essenziali per lo sviluppo e la circolazione del sapere e della cultura” e “giocano un ruolo decisivo in favore della diversità culturale, uno dei più grandi patrimoni dell’Europa”. In qualsiasi forma si presentino: “Che sia stampato o immateriale, è il contenuto che fa il libro e non la materia attraverso la quale il lettore vi accede”, continuano Franceschini, Pellerin (Francia), Grutters (Germania) e Omilanowska (Polonia). Per questo, insistono la Commissione europea dovrebbe “proporre senza indugio una evoluzione della legislazione europea così da permettere l’applicazione di un tasso ridotto di Iva per tutti i libri, che siano materiali o immateriali”
I ministri della Cultura si dicono “convinti della necessità di applicare lo stesso tasso ridotto di Iva ai libri digitali come a quelli stampati”. In un momento in cui l’esecutivo Ue sta per presentare la sua strategia per il mercato unico digitale, ricordano Franceschini e compagni, “l’Europa deve fare affidamento sulle risorse digitali per incoraggiare l’accesso al sapere e alla cultura e per promuovere la diversità culturale”. Per questo, concludono, “sosteniamo con forza che l’inclusione di questa evoluzione nella strategia europea permetterà di mettere fine alla discriminazione ingiustificata praticata verso il libro elettronico”.