Da parte di Bruxelles non c’è “nessuna intenzione di porre un veto su progetti di legge a carattere umanitario”, ma Atene prima di varare progetti di legge “deve consultarsi con le istituzioni: Commissione, Bce e Fmi”. Il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, cerca di gettare acqua su fuoco delle polemiche scoppiate in Grecia dopo l’approvazione provvedimento anti povertà, ma non fa dietro front sulle richieste fatte ad Alexis Tsipras. Il governo di Syriza ha fatto approvare al parlamento una legge che mira a migliorare la situazione di 300mila nuclei familiari tramite la concessione di ticket alimentari, elettricità gratuita, accesso al sistema sanitario e aiuti abitativi. Nel provvedimento è contenuta anche una norma che concede di pagare i propri debiti con lo Stato diluiti in cento rate e di eliminare tutti gli interessi per chi li paga in una sola tranche. Ma il rappresentante della Commissione europea per la Grecia, Declan Costello, ha inviato una lettera al governo per chiedere il ritiro di questi provvedimento in quanto il governo avrebbe agito “in modo unilaterale e in forma parziale”, il che è “incompatibile con gli impegni presi”. Un gesto che ha scatenato l’ira di Tsipras che ha risposto che non si farà “intimorire dai tecnici”, e che “gli eletti parlano con gli eletti e i tecnocrati con i tecnocrati”.
“Costello gode della fiducia di tutta la Commissione e la mia in particolare”, ha dichiarato Moscovici, che ha spiegato che il rappresentante dell’esecutivo comunitario in Grecia “ha solo sollevato un punto, e ha fa bene a farlo”, e il punto è che Atene il 20 febbraio si è impegnata con l’Eurogruppo “a lavorare in modo costruttivo con le istituzioni” e questo “implica consultazioni preventive sulle nuove misure”, perché “dobbiamo poter valutare l’impatto di bilancio delle misure proposte”. Ma non bisogna per questo fraintendere le sue intenzioni. Bruxelles, ha affermato il commissario, “non ha un approccio ostile a provvedimenti umanitari”, anzi “sostiene a pieno l’obiettivo di aiutare i più vulnerabili della società greca”.