Bruxelles – Di annunciare la propria partecipazione al Piano per gli investimenti proposto dalla Commissione europea la Gran Bretagna non ci ha pensato neanche, per il momento il Paese trova più conveniente puntare sull’Asia. Londra è stata la prima capitale europea ad annunciare la propria partecipazione alla Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB), il progetto creato lo scorso anno a Pechino per stimolare gli investimenti del continente nelle infrastrutture dei trasporti, dell’energia e delle telecomunicazioni, quello che il Piano Juncker si ripromette di fare nel nostro continente. E in questa avventura la Gran Bretagna non è sola visto che anche Francia, Germania e Italia sono pronte a mettere soldi nell’istituto così come, a differenza di Londra, hanno già annunciato che faranno per il Piano Juncker.
La AIIB, “può svolgere un ruolo di rilievo nel finanziamento dell’ampio fabbisogno infrastrutturale dell’Asia”, e “Francia, Germania e Italia, operando in stretto raccordo con i partner europei e internazionali, intendono lavorare con i membri fondatori della AIIB per costruire un’istituzione che segua i migliori principi e le migliori pratiche in materia di governo societario e di politiche di salvaguardia, di sostenibilità del debito e di appalti”, ha spiegato il Tesoro in una nota.
Per il Presidente dell’Assemblea comunitaria Martin Schulz, proprio in questi giorni in visita ufficiale in Cina, “è un bene” che questi Stati partecipino al progetto, e “sarebbe ancora meglio se a loro se ne unissero altri”. Uno degli elementi positivi della cosa per il socialista tedesco è il fatto che questa istituzione “deve rispondere alle esigenze degli standard internazionali”, e questo è “molto importante”.
“In Asia come come in Europa ci sono grosse necessità di investimenti”, e “aumentare gli investimenti nelle infrastrutture asiatiche può essere un’opportunità anche per le nostre imprese”, ha dichiarato la portavoce del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, Mina Andreeva, secondo cui la decisione dei quattro Paesi non stupisce Bruxelles in quanto “è in linea con le richieste del G20 di affrontare la mancanza di investimenti a livello globale”. E sul fatto che Londra partecipi al piano cinese ma non ancora a quello europea la portavoce si è limitata a rispondere che per la Commissione “è incoraggiante che alcuni dei principali Stati dell’Unione abbiano già contribuito” al Piano Juncker.
Al momento sarebbero di 26 i Paesi inclusi come membri fondatori dell’AIIB, Paesi provenienti soprattutto da Asia e Medio Oriente.