Bruxelles – Carta europea delle lingue regionali e minoritarie: anche l’Italia si avvia alla ratifica. Per la verità il nostro Paese ha firmato la Carta ormai molti anni fa, il 21 giugno 2000, ma non ha ancora approvato lo strumento di ratifica. Nel corso delle ultime tre legislature, XIV, XV e XVI, non si è mai riusciti a concludere l’iter legislativo, nonostante si sia cercato ogni volta di trovare un accordo su un testo ampiamente condiviso. Ora, finalmente, nelle commissioni congiunte Affari costituzionali ed Esteri del Senato e’ stato adottato un testo base che ripropone, nella sostanza, il testo del disegno di legge di ratifica proposto dal governo nel corso della scorsa legislatura.
Il diritto ad usare una lingua regionale e minoritaria nella vita, sia pubblica che privata, rappresenta un diritto inalienabile dell’uomo, previsto già nel Patto internazionale sui diritti civili e politici adottato e aperto alla firma a New York il 19 dicembre 1966. Tale diritto è ormai parte integrante di tutti gli standard internazionali in materia di diritti dell’uomo e delle minoranze.
La Carta europea chiarisce quali debbano essere gli obiettivi e i principi ai quali gli Stati firmatari sono tenuti ad adeguare la propria politica legislativa. Prima di tutto, riconoscere le lingue regionali o minoritarie come espressione di ricchezza culturale; rispettare l’area geografica di ciascuna lingua regionale o minoritaria; agevolare e incoraggiare l’uso -orale e scritto- delle lingue in questione, sia nella vita privata sia in quella pubblica; prevedere forme e mezzi per l’insegnamento e lo studio di queste lingue, nonché promuovere studi e ricerche nelle università o presso istituti equivalenti.
Il testo di ratifica adottato dai senatori introduce, rispetto al ddl della scorsa legislatura, due novità: la prima prevede una norma di salvaguardia a tutela delle eventuali disposizioni nazionali vigenti più favorevoli; la seconda estende alle popolazioni germaniche dell’Alto Adige/Südtirol, slovene e quelle parlanti il francese e il ladino le tutele riferite ai mass media, ovvero “ad assicurare la creazione di almeno una emittente radiofonica e di un canale televisivo nelle lingue regionali o minoritarie”.. Chissà se questa è la volta buona per arrivare alla ratifica.
Il recepimento della Carta è una delle condizioni richieste dalle istituzioni europee, in particolare dal Consiglio d’Europa, per l’adesione di nuovi Paesi al contesto europeo. Dunque- si sottolinea nella presentazione del disegno di legge adottato come testo base dalle due commissioni di Palazzo Madama- sarebbe “quanto mai opportuno che un Paese fondatore del Consiglio d’Europa, quale è l’Italia, provveda sollecitamente all’esecuzione di questo importante strumento internazionale”.