Bruxelles – Sono passati i mesi ma le parole sono rimaste le stesse: oggi, come un anno fa, l’Unione europea non riconosce l’annessione “illegale e illegittima” della Crimea alla Russia e continuerà a non farlo. Ad un anno esatto dal referendum con cui la popolazione della penisola a maggioranza filorussa si dichiarò con un vero plebiscito a favore del passaggio allo stato sovietico, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini torna a ribadirlo a nome di tutti i Paesi membri: “L’Unione europea non riconosce e continua a condannare questo atto di violazione della legge internazionale” che costituisce “anche una sfida diretta alla sicurezza internazionale con gravi implicazioni per l’ordine legale che protegge l’unità e la sovranità di tutti gli Stati”.
Per questo, nonostante la Federazione russa abbia formalmente annesso la penisola al suo territorio, l’Ue continua a essere “fermamente impegnata” a favore della “sovranità dell’Ucraina e della sua integrità territoriale” e assicura che continuerà a “mettere pienamente in atto la sua politica di non riconoscimento che include misure restrittive”. Un atteggiamento che Bruxelles chiede di tenere anche a tutti i singoli Stati membri. L’Unione esprime anche “profonda preoccupazione” per l’attuale situazione, soprattutto per “il continuo potenziamento militare e il deterioramento della situazione dei diritti umani” in Crimea dove, denuncia Mogherini, continuano “negazione della libertà di parola e persecuzione delle appartenenti a minoranze”. L’Ue chiede che sia garantito ad “attori internazionali per i diritti umani” un accesso “libero e senza restrizioni all’intero territorio ucraino, incluse Crimea e Sebastopoli”.
Ma se con il tempo Bruxelles non ammorbidisce la posizione sulla Crimea, anche dall’altra parte non c’è alcuna disponibilità a riconsiderare la scelta. Mentre nella penisola oggi si festeggia l’anniversario con cortei e concerti il “primo ministro” della penisola, in un’intervista alla Bbc, ha definito l’annessione a Mosca come “una vera azione democratica” e ha chiarito che la penisola non tornerà mai a fare parte dell’Ucraina.