Bruxelles – L’Italia “è finalmente sicura da ogni contaminazione da Ogm”, e così verrà tutelata “la straordinaria biodiversità e il patrimonio distintivo del Made in Italy”. È il commento della Coldiretti, l’organizzazione degli imprenditori agricoli, alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea della direttiva che modifica le regole del 2011 e che permette agli Stati membri di vietare o limitare nel proprio territorio la coltivazione degli organismi geneticamente modificati. In Italia il 76% dei cittadini si è detto contrario al biotech nei campi e ora, dopo la direttiva europea, tocca al parlamento italiano “mettere a punto una normativa che possa dare continuità alla lungimirante scelta fatta dal nostro Paese di vietare gli Ogm”, ha dichiarato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, secondo cui “siamo di fronte ad un importante ed atteso riconoscimento della sovranità degli Stati nonostante il pressing e le ripetute provocazioni delle multinazionali del biotech”.
“Per l’Italia – ha continuato Moncalvo – gli organismi geneticamente modificati in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione ed il grande nemico del Made in Italy”.
Secondo l’analisi della Coldiretti in Europa solo il 3% dei terreni sono destinati alla coltivazione di Ogm, una percentuale che per l’organizzazione conferma una certa diffidenza riguardo a questa tecnologia.
La superficie biotech in Europa nel 2014 si è ridotta ad appena 143.016 ettari di mais biotech coltivati in 5 Paesi su 28. Il 92% di mais biotech europeo è coltivato in Spagna dove sono stati seminati 131.538 ettari di mais, mentre Portogallo, Slovacchia, Romania e Repubblica Ceca esistono superfici coltivate a Ogm ma sono residuali.