Bruxelles – Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha presentato giovedì a Bruxelles ai colleghi dell’Ue un “non paper” di due pagine in 14 punti, in cui si propone di “coinvolgere direttamente i paesi terzi affidabili nella sorveglianza marittima e nelle attività di ricerca e salvataggio”, con “meccanismi di cooperzione operativa ad hoc”, in particolare al largo della Libia, l’area più interessate dal fenomeno delle migrazioni clandestine dal Nordafrica.
Questa cooperazione, che in primo tempo mira soprattutto alla Tunisia (ma potrebbe riguardare anche l’Egitto), “dovrebbe essere adeguatamente sostenuta dall’Ue, attraverso finanziamenti e fornitura di assistenza tecnica”, con l’obiettivo, evidentemente, di costituire a termine una efficiente guardia costiera.
L’aspetto più interessante della proposta, comunque, sta nel fatto che le eventuali navi tunisine che raccogliessero i migranti clandestini, li sbarcherebbero in Tunisia, nel rispetto del principio del luogo sicuro più vicino, previsto dalla Legge del Mare. A terra, i rappresentanti degli Stati membri dell’Ue e delle due agenzie Onu dei rifugiati (Unhcr) e dei dei migranti (Iom) assisterebbero le autorità tunisine fornendo la loro “expertise” nel campo della “gestione dei flussi migratori, delle procedure internazionali di protezione, dell’assistenza alle persone vulnerabili e del ritorno dei migranti irregolari ai loro paesi d’origine”.
Naturalmente, dovrebbero esserci anche garanzie che i migranti, di qualunque nazionalità, non subiscano maltrattamenti o persecuzioni in Tunisia, e che sia rispettato il principio di “non respingimento” previsto dalle norme Ue e internazionali, ossia il divieto di deportare i migranti nei paesi di transito o di origine che non rispettino i diritti umani e dove sarebbe a rischio la loro vita e la loro integrità fisica. Tutta la questione è, in realtà, assai delicata, perché potrebbe essere vista, in particolare dalle Ong umanitarie e dal Parlamento europeo, come un tentativo di “aggirare” proprio il principio di non respingimento.
Secondo il “non paper” di Alfano, che è stato discusso in una riunione ristretta con i ministri dell’Interno di Francia, Germania, Spagna, e con il commissario Ue all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos, “questo nuovo possibile modello” di cooperazione con i paesi terzi “produrrebbe anche un effetto deterrente, così che sempre meno migranti sarebbero pronti a mettere a rischio la loro vita per raggiungere le coste europee”, e potrebbe portare a “una riduzione della portata del fenomeno nel medio-lungo termine”.
di Lorenzo Consoli per Askanews