Bruxelles – Controlli sistematici di persone e documenti, non per tutti i cittadini che entrano nell’Ue, ma soltanto per quelli che saranno individuati come possibili terroristi o foreign fighters sulla base di una serie di “indicatori di rischio”. È questa una delle misure su su cui i ministri degli Interni dei Ventotto, riuniti a Bruxelles, hanno concordato per fare fronte all’accresciuta minaccia del terrorismo in Europa. La riunione ha ribadito la necessità di “utilizzare al meglio gli strumenti già esistenti”, senza dunque prevedere una modifica di Schengen, ma “ricorrendo in modo più efficace agli strumenti disponibili con il controllo sistematico dei database pertinenti effettuato sulla base di indicatori di rischio”, ha spiegato a nome della presidenza di turno il ministro dell’Interno lettone, Rihards Kozolovskis. Il meccanismo, ha annunciato, dovrebbe essere operativo a partire da questo giugno. Per questo sono già iniziati i lavori per definire con esattezza quali siano i criteri secondo i quali fare scattare i controlli per alcuni e non per altri.I ministri hanno inoltre deciso di garantire “quanto prima” la possibilità della verifica dei documenti di viaggio anche in appositi database in tutti i valichi di frontiera.
Per contrastare la radicalizzazione sul web, poi, i responsabili degli Interni dei Paesi Ue, hanno concordato sulla necessità di creare “un’unità speciale” che coinvolga Stati membri e stakeholder. “È mia intenzione creare un forum stabile a lungo termine con i provider internet per capire come cancellare il materiale illegale e ridurre gli effetti di radicalizzazione”, spiega il Commissario Ue agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos. La squadra speciale per il controllo del web dovrebbe cominciare a lavorare a partire da luglio. Nei prossimi mesi si punta anche a “combattere il traffico illecito di armi da fuoco” e “intensificare lo scambio di informazioni e la cooperazione operativa”. C’è poi sempre il capitolo Pnr (Passanger name record), il sistema di scambio di informazioni sui viaggi dei passeggeri delle compagnie aeree, a cui l’esecutivo Ue non ha rinunciato nonostante le resistenze del Parlamento europeo. “Speriamo in una rapida adozione di un Pnr europeo”, conferma Avramopoulos, ricordando: “Ora la proposta è sotto esame del Parlamento e il nostro obiettivo è facilitarne l’adozione”.