Roma – “Al momento, il no totale al Ttip è l’unica soluzione, perché non sembra ci sia spazio per migliorare” l’accordo di libero scambio tra Ue e Stati uniti. E’ il parere di Cinzia Scaffidi, vicepresidente di Slow Food Italia. La dirigente dell’associazione spiega ai deputati della commissione Agricoltura di Montecitorio che “il primo elemento di preoccupazione riguarda l’istituzione dell’arbitrato” (Isds) per la soluzione delle controversie tra Stati e investitori. “Molto spesso – argomenta Scaffidi – quelle che sono percepite dalle aziende come lesioni delle opportunità di profitto” provengono da “decisioni a tutela dei cittadini, della sicurezza alimentare, della sicurezza ambientale”. Secondo la presidente dell’associazione, non bisogna “mettere sullo stesso piano” governi e multinazionali che dispongono di “una potenza di fuoco” fatta da “stuoli di avvocati” e enormi disponibilità finanziarie.
Per quanto riguarda gli aspetti legati al settore agroalimentare, Scaffidi esprime la preoccupazione “che la conciliazione tra la mentalità europea e quella statunitense possa essere al ribasso”. Il riferimento è alla linea guida prudenziale dell’Ue – bloccare il commercio dei prodotti fin quando non si dimostri che sono innocui – che si scontra con il principio adottato dagli Usa, di consentire la commercializzazione dei prodotti fin quando non si dimostri che sono nocivi.
Ulteriori dubbi sono rivolti alla reale capacità del Ttip di favorire la crescita delle piccole e medie imprese. A questo proposito Scaffidi cita l’esempio del sistema agro alimentare italiano, composto “in maggioranza da aziende che non raggiungono i 10 dipendenti, tra le quali solo il 5% esporta i propri prodotti, ma lo fa quasi interamente all’interno dell’Ue”. In una simile situazione, alla vicepresidente di Slow Food sorge il dubbio “che si stia lavorando per l’interesse di pochi grossi gruppi”.
Le perplessità di Scaffidi sono condivise da Monica di Sisto, vicepresidente di Fairwatch e portavoce italiana del movimento Stop Ttip, la quale aggiunge la “forte preoccupazione per la cooperazione normativa a livello tecnico-politico” tra Ue e Usa, con la nascita di un soggetto “che dovrà occuparsi di stilare ogni anno una lista di norme giudicate problematiche” per gli scambi commerciali, e che “a livello di Unione europea vede solo la partecipazione della Commissione, senza alcun coinvolgimento da parte dei Paesi membri”.
La portavoce annuncia poi un appuntamento. “Il 18 aprile ci sarà una grande giornata di mobilitazione transatlantica”, organizzata dai movimenti di opposizione al Ttip delle due sponde dell’oceano. Inoltre, di Sisto lancia ai parlamentari la proposta di “organizzare a maggio una giornata di dialogo in Parlamento”, invitando associazioni e parlamentari anche da altri Paesi europei, perché un altro aspetto problematico del negoziato per la partnership commerciale “è la scarsa trasparenza e la carenza di spazi di discussione pubblica”.