E` ormai entrato nel parlare corrente il concetto più che mai ambiguo di Islam radicalizzato. Lo si combatte con nuove leggi, nuove categorie di reati e campagne di rieducazione civica nelle scuole. Radicalizzarsi maomettani non va bene, non è bello, anzi è vietato. Eppure quel che va alla radice di ogni cosa dovrebbe essere la sua essenza più pura e autentica, la più intima verità di ogni idea. La radice è il cuore della pianta, la sua origine primigenia, lontana dalle vane ramificazioni che si protendono verso il vuoto senza direzione. Curiosamente, il concetto di radicalizzazione religiosa riguarda solo l’islam. Non lo si usa per definire ad esempio certe sette pentecostali americane, di quelle per esempio che vietano le vaccinazioni e considerano ogni malattia un dono divino. Neppure gli scientologisti vengono chiamati radicalizzati.
Attenendosi al concetto, il più radicalizzato di tutti i cattolici dovrebbe essere il Papa, perché in lui dovrebbe incarnarsi appunto la radice del messaggio cristiano. Niente di tutto ciò è vero. Non solo Papa Francesco non è considerato un cattolico radicale, ma anzi gode di una reputazione di modernizzatore, quindi impegnato in un allontanamento dalla tradizione, cioè dalla radice. E per uscire dall’ambito della religione e cercare equivalenti in politica, perché non si definiscono i movimenti antieuropeisti come nazionalisti radicalizzati? Oppure perché non si considera Matteo Salvini un separatista radicalizzato? La verità è che una grande ipocrisia sottende questa nuova logica e presto ci scoppierà in faccia. Il problema non sta nell’islam o nella sua tanto temuta radicalizzazione. Il problema sta in ogni religione. Certamente in tutte quelle del Libro.
Le religioni rivelate basano il loro dogma su un preteso patto fra uomo e Dio. Solo questo rende ogni religione abramitica nemica di ogni altra. E quando si è nemici, la violenza è un obbligo. Basta sfogliare il Vecchio Testamento per trovare ogni sorta di sterminio, comandato da Dio e talvolta da lui stesso perpetrato, contro i nemici della vera fede. Tranne forse le religioni orientali, che sono piuttosto modelli di vita o addirittura di uscita dal mondo, tutte le altre religioni contengono inesorabilmente la violenza nei loro geni. La differenza sta nel credente, che nella civiltà occidentale si è stancato di pogrom e ha smesso appunto di essere radicale. O in definitiva ha smesso di credere. Così si parla di cattolici moderati. E nessuno si accorge anche qui della contraddizione. Sarebbe come parlare di onesti moderati o di vegetariani moderati o ancora di maschilisti moderati o di arbitri di calcio moderati. Preferiremmo avere accanto un idiota radicalizzato o uno moderato? Un sistema di pensiero razionale, quando è coerente non ha estremi ma semplicemente la norma o la sua negazione. Noi invece diamo la caccia all’eccesso di norma in un sistema che razionale non è: quello della religione.
La conseguenza di questa malafede concettuale che mescola fede e ragione è che tutto viene allontanato dalla sua essenza, nulla ha più un nome certo e un suo carattere proprio e l’individuo viene separato dalle proprie convinzioni come dalle proprie responsabilità.