Le iscrizioni al programma Garanzia giovani hanno già raggiunto quota 440 mila, “il 78% del target su cui abbiamo possibilità di intervenire”. Lo annuncia il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, in audizione alla Camera dei deputati, precisando che gli 1,5 miliardi di euro con cui è finanziato il progetto bastano a soddisfare solo 560 mila richieste. Dal momento che “10 mila giovani a settimana entrano nel programma – prosegue Poletti – se il ritmo sarà mantenuto fino alla fine avremo 800 mila giovani registrati”.
Rispetto ad alcune critiche mosse sulla gestione del programma – avanzate anche in un documento che il centro studi Adapt ha presentato al commissario europeo Jyrki Katainen – il ministro risponde che “il rischio paventato di non riuscire a usare le risorse comunitarie assegnate non mi sembra concreto”. Anzi, prosegue, “probabilmente avremo il problema opposto: abbiamo bisogno di altre risorse per dare a tutti i giovani le stesse opportunità”.
Nel corso dell’audizione, Poletti non si è concentrato solo sulla Garanzia Giovani. Ha affrontato il tema delle politiche per l’occupazione a livello più ampio. Ha sottolineato come, “in molti Paesi europei, la scelta di spendere di più in politiche attive per il lavoro o in servizi per l’impiego registri una tendenza omogenea a lavorare sulla strumentazione” volta a garantire l’ingresso o il reintegro nel mercato lavorativo. Mentre “l’Italia è penultima in Europa rispetto alla spesa nei servizi per il lavoro nel periodo 2007-2012”, denuncia il ministro, aggiungendo che questa “situazione ha bisogno di essere ribilanciata in modo forte, perché il dato non può assolutamente essere considerato adeguato”.