Un esercito europeo non “da usare immediatamente”, ma per fare capire alla Russia “che siamo seri nel difendere i valori dell’Unione europea”. A sostenerne la necessità è il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker che nel corso di un’intervista al giornale domenicale tedesco, Die Welt am Sonntag ha spiegato: “L’immagine dell’Europa ha sofferto drammaticamente anche in termini di politica estera, non sembra che siamo presi completamente sul serio”. Invece, secondo il capo dell’esecutivo Ue, una forza armata europea “mostrerebbe al mondo che non ci saranno mai più guerre tra gli Stati membri”, “aiuterebbe a disegnare una politica estera e di sicurezza comune e permetterebbe all’Europa di assumersi le sue responsabilità nel mondo”. Non solo la sola esistenza di una forza armata europea, che non sarebbe “da usare immediatamente”, “chiarirebbe alla Russia che siamo seri nel difendere i valori dell’Unione europea”. Cosa per cui la Nato non può bastare visto che non tutti i membri dell’Alleanza atlantica lo sono anche dell’Ue.
La sola ipotesi, rimessa sul tavolo dal presidente della Commissione a pochi mesi da un Consiglio europeo, quello di giugno, che avrà tra i suoi temi principali proprio la difesa, è già sufficiente a dividere gli Stati europei. Favorevole la Germania, con il ministro della Difesa di Berlino, Ursula von der Leyen che, intervenendo ad una trasmissione radiofonica, concorda: “Il nostro futuro di europei esigerà un giorno che ci dotiamo anche di un esercito comune”. Posizione confermata oggi anche dalla portavoce di Angela Merkel, secondo cui la cancelliera è dell’opinione che “si dovrebbe approfondire la collaborazione militare” ma si tratta di un “progetto per il futuro”, che non può avere una scadenza concreta.
Di tutt’altro avviso la Gran Bretagna: “La nostra posizione è cristallina ed è che la difesa è una responsabilità nazionale e non europea e non ci sono prospettive che questa posizione cambi e nessuna prospettiva di un esercito europeo”, dice un portavoce del governo britannico, citato dal Guardian. In passato anche il premier David Cameron si era già dichiarato contrario all’ipotesi sottolineando che, sebbene una cooperazione tra Stati membri nel campo della difesa sia desiderabile, “non è giusto che l’Ue abbia capacità, eserciti, forze aeree e tutto il resto”.
Si tratta di un dibattito prematuro, assicura il portavoce dell’esecutivo Ue, Margaritis Schinas, secondo cui oggi “non si può parlare di un piano o di misure concrete” ma il suggerimento di Juncker era piuttosto quello di “tenere a mente un interesse strategico”. Anche diversi studi, fa notare il portavoce, dimostrerebbero che sforzi di questo genere permetterebbero di “ottenere risparmi nell’ordine di 100 miliardi di euro l’anno”. I Trattati stessi, continua Schinas, “nominano la mutualizzazione delle risorse e l’Ue potrebbe sfruttare il potenziale istituzionale per un contributo europeo utile”. Il punto sarà in ogni caso toccato durante il Consiglio europeo di giugno e “fino ad allora la Commissione analizzerà la situazione per vedere quali contributi concreti potrà dare alla discussione”.
Anche la sola ipotesi ventilata dal presidente della Commissione basta però a scatenare le prime reazioni russe. “Nell’era nucleare nuovi eserciti non forniscono alcuna sicurezza in più. Ma essi possono giocare sicuramente un ruolo provocatorio”, ha sottolineato Frants Klintsevich, primo vicepresidente del gruppo parlamentare del partito putiniano Russia Unita. L’idea di un esercito europeo, ha aggiunto parlando all’agenzia Interfax, “non è mai venuta a nessuno neppure negli anni del confronto acuto tra Nato e Patto di Varsavia”. Poco sensato riparlarne ora anche perché “si dovrebbe presumere che un esercito europeo sia visto come una aggiunta della Nato”. In questo genere di situazione, ha concluso “i politici occidentali non si vergognano di accusare la Russia di aggressività”.