Le riforme che la la Grecia presenterà lunedì all’Eurogruppo non costituiscono un elemento valido per l’erogazione di denaro, e allo stato attuale non sussistono le condizioni perchè il fondo salva-Stati Efsf eroghi gli 1,8 miliardi che spetterebbero ad Atene secondo il programma di assistenza appena esteso. E’ con queste premesse che si riunirà l’Eurogruppo all’inizio della prossima settimana. A Bruxelles si attendono aggiornamenti su quanto il governo ellenico intende fare, e sarà fondamentale che il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, sia convincente, perché il tempo stringe, l’Erario ellenico si sta svuotando e i creditori non sono intenzionati a firmare assegni in bianco.
Fonti Ue non nascondono che la situazione rischia di farsi delicata: il tempo a disposizione non è molto, e le distanze tra creditori e nuovi rappresentanti del Paese debitore sono ancora incolmabili. “I contatti tra autorità greche e istituzioni devono aumentare e migliorare, questo è fuori discussione”, sostengono fonti comunitarie. In sostanza, che ad Atene la Troika piaccia o no, non fa differenza: i creditori sono questi e solo attraverso di loro si può venire a capo della situazione. Ma al momento il dialogo non esiste. Quando si concordano programmi di assistenza è possibile sia teoricamente che tecnicamente stilare una lista di azioni prioritarie e dividerla in due, per attuare le azioni prioritarie secondo tempistiche diverse e permettere erogazione di prestiti, ma perché questo avvenga servono discussioni a livello tecnico che per la Grecia “ancora non sono cominciate”. Non solo. A Bruxelles non si sa quando cominceranno, chi vi parteciperà né dove si terranno. Tutto in alto mare, insomma. “Molto resta ancora da fare”, spiega anche una fonte della Commissione, secondo cui all’Eurogruppo di lunedì la Grecia dovrebbe presentare un quadro più chiaro “di quali sono le necessità economiche del Paese”, intendendo “sia le necessità del sistema bancario che quelle dello Stato”, anche se, punto fermo, resta che un eventuale esborso dei soldi legati al programma “dovrà essere utilizzato solo per finanziare le banche”, e non certo l’erario.
Varoufakis intanto ha inviato una lettera al presidente dell’Eurogruppo per spiegare meglio alcune delle riforme che la Grecia intende varare, ma la stessa lettera non è stata inviata né alle istituzioni né al gruppo di lavoro dell’Eurogruppo. Ancora una volta ci sarebbero sul tavolo dichiarazioni di intento politico, ma non elementi tecnici. A Bruxelles nessuno si sbilancia sui problemi di liquidità della Grecia, salvo ricordare che i problemi si porranno in estate, quando la Grecia tra luglio e agosto dovrà rimborsare 6,5 miliardi di euro, e che c’è tempo fino ad aprile per approvare il cammino di riforme del governo Tsipras. Se Atene vuole i soldi deve darsi da fare, e molto probabilmente anche accettare quello che vogliono i creditori. L’Eurogruppo di lunedì inizia così.