Come prima cosa a Mosca porta fiori sul luogo dell’omicidio del principale oppositore politico di Vladimir Putin e, una volta a quattrocchi con lui, non manca di sottolineare “opinioni diverse e momenti di tensione” sulla crisi ucraina. Ma quella di Matteo Renzi al Cremlino è una visita che non punta a dividere quanto piuttosto a ricucire i legami della Russia con l’Italia e con tutta l’Ue. In un momento in cui diversi Paesi europei stanno più o meno apertamente sottolineando la necessità di ammorbidire la linea nei confronti di Mosca e di riprendere un dialogo, soprattutto economico, Renzi si fa portavoce del messaggio: “C’è uno spazio di collaborazione pur in un contesto di difficoltà legato alle sanzioni europee e alle contro sanzioni russe che costituiscono naturalmente in entrambe le direzioni un problema”, sottolinea dopo il bilaterale con Putin il presidente del Consiglio italiano, primo leader ad essere ricevuto a Mosca dopo la firma degli accordi di Minsk 2. Le relazioni tra Italia e Russia, “hanno radici profonde non solo nella sfera economica” e “noi dovremmo tentare di far rinascere questo spirito”, insiste Renzi.
Considerazione condivisa dal leader del Cremlino che ai giornalisti racconta: con Renzi “abbiamo discusso le relazioni bilaterali e quelle tra Russia e Ue che pensiamo debbano essere maggiormente sviluppate nell’interesse della Russia e degli Stati membri Ue”. Tra questi, in particolare, “l’Italia è uno dei principali partner commerciali”, assicura Putin ricordando la collaborazione di Italia e Russia in moltissimi settori: non solo energetico ma anche hi tech, aerospaziale, manifatturiero, nucleare, “non potrei non citare una sfera di attività in cui non cooperiamo”, sottolinea Putin. “Sebbene per ovvie ragioni i commerci siano calati del 10% nell’ultimo periodo”, dice, Roma e Mosca sono comunque riuscite ad avviare progetti comuni fruttuosi come, nel settore aerospaziale, quello del superjet-100 tra Alenia e Sukhoi oppure la joint venture per gli elicotteri Agusta Westland o ancora quello industriale con Rosneft e Pirelli. Non solo: “Circa 900 mila cittadini russi hanno visitato l’Italia lasciando nel Paese un miliardo di dollari”, fa anche presente Putin.
A suggellare questa ritrovata voglia di collaborazione, il premier invita ufficialmente il presidente russo a partecipare all’Expo di Milano. Invito prontamente accolto dal leader del Cremlino che ha confermato che sarà in Italia il prossimo 10 giugno, in occasione della giornata della Federazione Russa all’esposizione universale.
Anche da Mosca la visita del leader italiano è stata vista come un gesto di rottura rispetto alla linea dura dell’Ue nei confronti di Putin: “Il premier italiano rompe l’isolamento internazionale di Vladimir Putin”, titola l’edizione on line dell’autorevole quotidiano economico Vedomosti sulla visita di Renzi. “La prima visita del nuovo premier italiano è stata nello stesso tempo anche la prima missione di grande valore di un leader di uno dei più importanti Paesi dell’Unione Europea nella capitale russa nel conflitto in Ucraina”, scrive poi nell’articolo il quotidiano, ricordando che il presidente francese Francois Hollande aveva incontrato Putin all’aeroporto di ritorno da Astana e che Merkel e Hollande erano andati al Cremlino per discutere specificatamente solo della crisi ucraina.
Della collaborazione russa, l’Italia ha quanto mai bisogno soprattutto sulla scena internazionale, in particolare in Libia, “che per noi è una vera e propria emergenza”. Lì “occorre una risposta internazionale incisiva – sottolinea Renzi – e la Russia, per la sua storia e per il suo ruolo nel consiglio della Nazioni Unite può essere decisiva. La storia – continua il premier – dimostra che senza Russia è più difficile trovare soluzione”. Nel Paese “la situazione è peggiorata” e “la Russia è per una soluzione pacifica e appoggia gli sforzi dell’Onu”, garantisce il leader del Cremlino.
Sul tavolo, naturalmente, anche la crisi Ucraina. “Penso sia importante sottolineare il passo avanti decisivo fatto” con la firma degli accordi di Minsk, sottolinea il premier, che assicura: “Lavoreremo perché nella direzione indicata nei protocolli di Minsk l’Europa, l’Italia possano essere punto di riferimento”. In particolare il nostro Paese, secondo il premier, può essere d’aiuto nel risolvere la questione dello status e la maggiore autonomia da attribuire alle regioni nell’Est dell’Ucraina controllate dai separatisti. “Noi – fa presente Renzi – abbiamo un’esperienza di autonomia e decentramento in Italia che è il Trentino Alto Adige, che è molto interessante” e “nelle prossime settimane e mesi siamo pronti a dare il nostro contributo” in questa direzione. “Concordiamo che entrambe le parti devono seguire gli accordi di Minsk e che questo apre la strada per una soluzione pacifica”, si è impegnato il presidente russo secondo cui occorre però un dialogo politico che coinvolga anche le roccaforti ribelli di Donetsk e Lugansk: “Ci aspettiamo che l’Italia nelle sue capacità nazionali e come Paese chiave dell’Ue giochi un ruolo in questa partita”, ha chiesto Putin.