Gli italiani delle generazione Erasmus hanno più fiducia nella politica europea che nella politica di casa nostra. O meglio, hanno solo meno sfiducia. Secondo un rapporto del think-tank ThinkYoung, il 75% degli intervistati non si fida dei politici italiani, tasso di sfiducia che scende al 36% per la classe politica dell’Ue. Condotto su un campione di 1.500 persone di età compresa tra 15 e 40 anni, lo studio – “Sondaggio generazione Erasmus” – evidenzia un diffuso apprezzamento per l’Europa. Il 67% degli intervistati reputa “positivo” il progetto comunitario, e il dato italiano conferma la tendenza, ma fino a un certo punto.
I nostri connazionali criticano l’agenda politica dell’Ue, fattore che rischia di portare a una disaffezione ancora maggiore anche nell’Europa. A fronte di un 68% di intervistati che ritengono l’Unione europea un qualcosa di “positivo” o “molto positivo”, c’è un 50% ritiene che l’Ue “non stia andando nella giusta direzione”. Un dato, quest’ultimo, ben al di sopra della media Ue (37%). Dall’Italia arriva un suggerimento per i ‘decision makers’ europei: un’Europa migliore è “un’Europa federale, sociale ed ecologica”, la risposta fornita da una giovane ventitreenne italiana, e presa da ThinkYoung come esempio di contributo al dibattito sull’Europa.
Gli italiani sono d’accordo su una cosa: il lavoro deve essere la priorità dell’Ue. Lo dicono tre italiani su quattro della nostra generazione Erasmus (72%), ma a quanto pare la percezione è che ancora non ci sia. E il piano Juncker per gli investimenti, che nel migliore degli scenari darà lavoro a 1,3 milioni di persone in tutto il territorio dell’Ue, non aiuta.
La creazione di posti di lavoro è comunque l’esigenza più sentita tra la fascia d’età 18-40 di tutta Europa. In base allo studio di ThinkYoung sei persone su dieci della la generazione Erasmus (59%) mette l’occupazione al primo posto dell’agenda politica dell’Ue, ponendo l’investimento in istruzione e formazione (29%) e la riduzione della burocrazia (25%) subito dietro. Ma l’istruzione non è vista solo come funzionale al lavoro. Un terzo della generazione Erasmus di tutta Europa (35%) ritiene sia oggi indispensabile andare a ‘scuola di Unione europea’, dicendosi a favore di lezioni obbligatorie su storia, valori e funzionamento dell’Ue.
Indicazioni interessanti arrivano per Francia, Spagna e Portogallo. La generazione Erasmus di questi Paesi ha già votato la sfiducia ai rispettivi governi. Ha sfiducia nella propria classe politica il 60% dei francesi tra i 18 e i 40 anni. Un dato che certifica le difficoltà di François Hollande. La stessa fascia di elettori boccia ancor più nettamente le rispettive classi politiche in Portogallo (72%) e Spagna (82%), dove quest’anno si va al voto.