La Banca centrale europea dà il via al quantitative easing e comincerà a comprare titoli di Stato sul mercato secondario lunedì prossimo, il 9 marzo, ma Grecia e Cipro rimarranno fuori da questo intervento in quanto ancora sotto programma di assistenza. Lo ha annunciato proprio da Nicosia il governatore della Bce, Mario Draghi, al termine del consiglio direttivo. “Continueremo anche l’acquisto di titoli garantiti da attività e covered bond, che abbiamo iniziato l’anno scorso”, ha affermato Draghi che ha spiegato che “gli acquisti mensili combinati di titoli pubblici e privati ammonteranno a 60 miliardi di euro” e andranno avanti fino al settembre 2016 o “fino a quando non vedremo un aggiustamento costante nel percorso dell’inflazione, che sia in linea con il nostro obiettivo di raggiungere tassi inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine”.
Resterà fuori da questa opportunità però la Grecia per due ragioni. Innanzitutto, ha spiegato il governatore, “perché il Paese è ancora nel periodo di revisione” degli impegni presi con il programma di assistenza, appena rinnovato dall’Eurogruppo. Poi perché “non possiamo superare il limite del 33% dei titoli emessi”, cifra che in Grecia è già stata raggiunta. Per Draghi comunque “l’ultima cosa che possiamo dire è che la Bce non sostenga la Grecia”, in quanto “finora le ha prestato 100 miliardi di euro”, prima con le aste di liquidità alle banche e poi con i prestiti di emergenza, che rappresentano “il 68% del Pil greco, la percentuale più alta nella zona euro”, aiuti che “sono raddoppiati negli ultimi due mesi”. “Possiamo dire che la Bce è la Banca centrale greca”, ha affermato il governatore, aggiungendo però che allo stesso tempo “è anche la banca centrale degli altri Stati membri dell’area euro”.
Ma quella verso Atene non è una chiusura definitiva e la Bce, ha aggiunto il capo della Eurotower, “è la prima ad auspicare di riprendere il finanziamento all’economia greca” ma “a patto che le condizioni siano rispettate” .