Il virus Ebola, che ha contagiato ventitremila persone di cui novemiladuecento sono morte, è ancora lontano dall’essere debellato. Nonostante ne sia stata in parte limitata la diffusione, la situazione rimane grave all’interno dei tre Paesi in cui l’infezione è ancora in atto, vale a dire Guinea, Liberia e Sierra Leone. A causa dell’epidemia si riscontrano carenze alimentari, scarsità d’acqua pulita e di igiene, perciò l’intervento della comunità internazionale è oggi più che mai indispensabile.
Se ne sta parlando a Bruxelles nel corso di una conferenza di alto livello per fare il punto della lotta contro il virus e studiare nuove azioni da mettere a punto. Nei tre Paesi africani, evidenziano gli esperti della Commissione europea, sono completamente saltati i sistemi sanitari, che non sono riusciti a far fronte all’impatto dell’infezione: le forniture di medicinali e strumenti si sono completamente esaurite; le squadre mediche non hanno avuto mezzi né conoscenze per trattare il virus e i pazienti; e in generale la rete ospedaliera si è dimostrata inadeguata. I sistemi sanitari dei tre Paesi vanno dunque ricostruiti e rimessi in sesto, in modo tale da garantirne il funzionamento di fronte a casi di infezione virale.
Un altro punto al centro della conferenza è quello dei problemi dovuti a comportamenti e ad abitudini della popolazione locale, come può essere il contatto con i defunti, le cui cerimonie di sepoltura, nel caso di morte per Ebola, diventano vere e proprie bombe infettive. È indispensabile quindi promuovere il progresso sociale ed educativo delle comunità attraverso attività di sensibilizzazione, specialmente e soprattutto nelle zone rurali e più remote, nelle quali il livello di igiene è molto basso; e questo anche per scongiurare l’afflusso della popolazione verso le città, e quindi un eccessivo inurbamento che porterebbe alla creazione di megalopoli dove i problemi sanitari si potrebbero riproporre in maniera più elevata. La soluzione dunque sembra essere quella di uno sviluppo delle aree rurali.
“Ci troviamo ad affrontare un importante punto di svolta”, ha affermato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, che ha poi aggiunto come ci siano “segnali incoraggianti che il peggio dell’epidemia sia dietro di noi”, ma che “nessuno può permettersi di abbassare la guardia”, siccome è indispensabile “agire con determinazione e con unità di intenti per porre fine al contagio”. L’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini ha invece dichiarato: “Ebola è una sfida che dobbiamo continuare ad affrontare insieme, in modo rapido e per il lungo termine, anche per contribuire a fare in modo che nessun’altra epidemia abbia in futuro un impatto così distruttivo”.