I risultati delle elezioni politiche in Estonia confermano un panorama pro-europeo all’interno del paese, dove il partito Riformatore (liberale) del giovane premier Taavi Roivas, ha solo 35 anni, ha vinto con il 28% dei voti conquistando 30 (-1) dei 101 seggi in Parlamento. I suoi alleati di governo, i socialdemocratici, perdono invece quattro deputati e si fermano a 15. La formazione del prossimo esecutivo sarà dunque più difficile, i due partiti sono ancor più lontani dalla maggioranza, e il premier dovrà probabilmente sperimentare nuove alleanze. In Parlamento sono poi entrati due nuovi partiti, uno extra liberista ed un altro anti immigrati, che hanno in tutto 15 seggi.
Abitata da 1,3 milioni persone di etnia russa, l’Estonia, membro della Nato oltre che dell’Ue, conferma di guardare all’Europa più che a Mosca, benché il partito pro russo “Centro” abbia conquistato un seggio in più. Il governo di Taavi Roivas si propone non solo di rafforzare l’economia del Paese ma anche prende una posizione difensiva verso Mosca, che sta pressando militarmente anche su Tallin, con numerosi voli militari nei cieli del Paese. Per il primo ministro Roivas infatti “la Russia potrebbe cercare di destabilizzare i Paesi della vecchia unione sovietica come nel conflitto con l’Ucraina”.
Con questo programma il partito Riformatore ha sconfitto la concorrenza del Partito del Centro (con il quale Roivas ha già detto che non si alleerà) che ha conquistato comunque quasi il 25% dei voti e 27 seggi, dai 26 che aveva nella precedente legislatura. Il partito Centrale non solo è filo-cremlino, ma il suo leader Edgar Saavisar ha sostenuto che l’annessione della Crimea alla Russia potrebbe essere legittimata.
La storia recente dei paesi Baltici è un susseguirsi di occupazioni. Nel 1918 conquistarono l’indipendenza dall’impero russo, per poi essere conquistati dall’Armata rossa nel 1940. Nel periodo della seconda guerra mondiale invece passarono sotto il dominio nazista fino al 1945, quando diventarono parte dell’URSS. Solo nel 1991 I Paesi Baltici, Estonia, Lettonia e Lituania, conquistarono la loro indipendenza. Oggi, vedendo il risultato di queste elezioni, il il pensiero politico estoniano si affaccia più verso l’Europa che sulla Russia.