Quella per aumentare le risorse proprie nel bilancio dell’Unione europea è una battaglia difficile, ma “nella storia dell’integrazione europea tanti passaggi quasi impossibili poi sono stati compiuti”. Lo ha dichiarato l’ex premier Mario Monti, che dal febbraio del 2014 è alla guida del gruppo di alto livello creato dalle istituzioni Ue per studiare la situazione attuale e avanzare proposte su come riformare il bilancio comunitario, rafforzando appunto il sistema delle “risorse proprie”, quelle cioè raccolte direttamente da Bruxelles e non trasferite dal Tesoro degli Stati membri. Nell’Ue il tetto delle risorse proprie al momento è fissato all’1,23% del reddito nazionale lordo (RNL), questo vuol dire che ad esempio nel 2013 le entrate autonome di Bruxelles sono state solo di 149,5 milioni di euro, una cifra infinitesimale rispetto ai bisogni generali, che fa dipendere il finanziamento di tutte le attività di Bruxelles esclusivamente dai contributi nazionali.
“La nostra valutazione sul sistema attuale è molto critica, l’abbiamo raggiunta all’unanimità, tra tutti i rappresentanti delle diverse istituzioni”, ha spiegato Monti che oggi al Parlamento europeo ha avuto un incontro sul tema con il gruppo del Ppe. Per quanto riguarda le proposte per l’ex premier “non è ancora il momento di farle”, ma comunque “stiamo facendo penetrare nelle menti anche dei governi e del Consiglio questa valutazione così negativa sul sistema attuale”. Per il professore “occorre dare una impostazione molto politica” alla questione che resta una “materia altamente problematica”, visto che tocca la tassazione.
Per Alain Lamassoure, nella scorsa legislatura presidente della commissione Bilancio dell’Aula e ora membro del gruppo di Alto livello guidato da Monti, quello attuale è “un sistema ingiusto e oscuro”. Il popolare francese, parlando con Eunews, si è detto convinto comunque che sarà possibile superare l’ostilità degli Stati membri ad avallare l’aumento delle risorse proprie comunitarie, cosa per cui serve l’unanimità in Consiglio europeo, e che se non ci si riuscirà “si dovrà pensare alla cooperazione rafforzata, come per la tassazione sulle transazioni finanziarie”. I Stato e di governo devono capire che “è una contraddizione chiedere obiettivi ambiziosi all’Ue in diversi campi, dall’ambiente alla gestione dell’immigrazione, senza permetterle mettere in moto un meccanismo del genere”, ha concluso Lamassoure.