È alta la tensione tra Grecia da una parte e Spagna e Portogallo dall’altra, con la Commissione europea che si trova di nuovo a dover recitare il ruolo del mediatore, o meglio del paciere. L’esecutivo di Bruxelles ha ricevuto, come confermato da uno dei suoi portavoce, una lettera del premier spagnolo Mariano Rajoy che protesta contro le accuse del premier greco, Alexis Tsipras, che ha parlato di un tentativo di sabotaggio da parte dei due Paesi durante la trattativa tra Atene e l’Eurogruppo per il rinnovo del piano di assistenza.
L’esecutivo ha “preso nota” della lettera inviata che “verrà trasmessa al presidente Juncker”, che cercherà di giocare “un ruolo da mediatore fra tutte le parti in causa”, ha spiegato la portavoce Mina Andreeva secondo cui al di là delle dichiarazioni quello che “importa è che la Grecia è implementi le riforme promesse velocemente e in maniera determinata”.
Lo scontro era iniziato sabato quando in un discorso al Comitato centrale di Syriza, Tsipras aveva affermato, riferendosi a Spagna e Portogallo che “il loro piano era ed è indebolirci, rovesciare il nostro governo o costringerlo a una resa incondizionata prima che il nostro lavoro inizi a dare frutti e prima che l’esempio greco influenzi altri paesi, in particolare prima delle elezioni in Spagna”, riferendosi all’ascesa nei sondaggi di Podemos. Una affermazione che ha mandato su tutte le furie Rajoy che per questo ha scritto alla Commissione ricordando che “Spagna e Portogallo hanno votato esattamente come il resto dei paesi europei” nell’Eurogruppo di martedì scorso, puntualizzando poi di “non essere responsabile della frustrazione generata dalla sinistra radicale greca che ha promesso ai suoi cittadini qualcosa che questi sapevano non poter mantenere, come è stato dimostrato”, e lanciano così a sua volta una stoccata contro Tsipras.