La Commissione europea ha deciso di ritirare 73 delle 80 proposte di direttive o regolamenti comunitari che aveva annunciato di voler eliminare dal proprio programma, per concentrarsi sulle priorità politiche indicate dal presidente Jean-Claude Juncker, e per alleggerire la produzione normativa dell’Ue e il fardello burocratico sulle imprese, secondo il principio della cosiddetta “better regulation”, affidata al primo vicepresidente Frans Timmermans.
Fra le proposte ritirate, la “vittima” più illustre è il pacchetto sulla “economia circolare”, che era stato presentato solo all’inizio dell’estate scorsa, e che prevedeva una gestione dei rifiuti tale da incentivare al massimo il riciclaggio delle materie prima, con norme e obiettivi vincolanti. Nonostante le forti proteste da parte delle Ong ambientaliste, di molti ministri dell’Ambiente e di buona parte del Parlamento europeo, La Commissione ha deciso di togliere la proposte dal tavolo del Consiglio Ue, che stava già negoziando sul testo. Il ritiro, di questa come molte delle altre 72 proposte in questione, era stato chiesto in particolare da Business Europe, la Confindustria europea. L’Esecutivo comunitario si è comunque impegnato a presentare una nuova proposta nello stesso campo entro il 2015.
Un altro pacchetto di misure ambientali che faceva parte della lista originaria di 80 proposte da ritirare, quello sulla qualità dell’aria, comprendente norme e limiti sugli inquinanti atmosferici sulla riduzione delle “emissioni naturali”, resta invece sul tavolo, ma sarà modificato dalla Commissione.
Sono state “graziate”, per ora, anche tre altre proposte inizialmente destinate a essere ritirate, fra cui quelle molto controverse sul congedo di maternità e sull’etichettatura d’origine dei prodotti alimentari biologici. La Commissione dà sei mesi al Consiglio Ue e al Parlamento europeo per negoziare un accordo: se non ci riusciranno, le tre proposte saranno ritirate.
Un’ultima proposta, infine, è finita in una sorta di limbo in attesa di una nuova valutazione: è il sostegno alla distribuzione gratuita di latte e banane, frutta e verdure agli alunni delle scuole in tutta l’Ue, bloccato finora dall’opposizione di alcuni paesi membri.
Lorenzo Consoli per Askanews