McDonald’s avrebbe deliberatamente evaso in Europa più di un miliardo di euro per il periodo 2009-2013. O almeno questo è quello che afferma una relazione realizzata da una coalizione di sindacati europei e americani: la federazione sindacale afferma che la pratica essenzialmente consistesse nello spostare in Svizzera la sede centrale del Regno Unito e nell’incanalare i pagamenti in una piccola filiale lussemburghese con una succursale elvetica. Sempre secondo il rapporto presentato dai sindacati, nei cinque anni in questione, la sede in Lussemburgo, che conterebbe tredici dipendenti, avrebbe registrato entrate totali per 3,7 miliardi di euro, a fronte di soli sedici milioni di tasse dichiarate.
“La Commissione europea ora deve aprire un’inchiesta su queste pratiche, come ha già fatto per Amazon, Starbucks e Fiat”, chiede Philippe Lamberts, presidente del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo. “L’ingiustizia fiscale non è più tollerabile quando allo stesso tempo è sulle spalle delle famiglie e delle piccole e medie imprese, dalla Francia fino alla Grecia, che grava il peso della tassazione nazionale”, commenta anche Eva Joly, membro della commissione tasse dello stesso gruppo, secondo cui “è urgente modificare la legge in Europa”, in modo tale da “instaurare una certa trasparenza sulle attività finanziarie delle multinazionali, Paese per Paese”.
La coalizione sindacale che ha presentato la denuncia è composta dalle sigle Epsu, Effat e Seiu, le quali rappresentano quindici milioni di lavoratori di diversi settori economici in quasi quaranta Paesi e con cui ha collaborato anche l’organizzazione londinese “War on Want” impegnata nella lotta alla povertà.