“Frontex ha questa benedetta difficoltà, come pure Europol, nell’uso dei dati sensibili”. E’ la problematica segnalata dal capo della Polizia Alessandro Pansa, ascoltato in audizione davanti ai parlamentari del comitato Schengen. “Esistono le convenzioni per le singole agenzie che hanno discipline diverse”, poi “le regole sulla privacy europee, che sono ancora più complicate, e quelle dei singoli Paesi, che sono diverse tra loro”. Una situazione che “necessita sicuramente un’armonizzazione” a livello comunitario, secondo Pansa.
La questione dell’utilizzo dei dati si intreccia con quella della cooperazione tra servizi di intelligence. A questo proposito, il direttore del Dipartimento pubblica sicurezza chiede una maggiore collaborazione tra gli Stati membri. Una proposta avanzata “a livello comunitario” dalla Polizia, sottolinea Pansa, è quella “di mettere in campo un organismo unico europeo” per “analizzare a fondo la rete”. Dal momento che “L’analisi del web fatta in Italia è completamente uguale a quella che fanno in Germania, in Francia o in Svizzera, perché internet è la stessa”, spiega, “avremmo sicuramente una maggiore forza” se si riuscisse a mettere insieme un unica agenzia “con le migliori professionalità, con i migliori esperti anche di cultura araba, che potesse analizzare a fondo la rete”.
Riguardo alle minacce che incombono, Pansa parla dei cosiddetti ‘foreign fighter’: “Solo i combattenti provenienti dall’Unione europea sono più di 3 mila”. Si tratta di persone partite “per i territori di combattimento”, ma “alcuni sono già rientrati. In Italia ne contiamo 60”. Che oltre a essere censiti, “sono stati identificati e sono sotto sorveglianza”.
In relazione alle organizzazioni terroristiche, il capo della Polizia annuncia di non aver “limitato l’attenzione all’Isis. Sappiamo di Al Qaeda, sappiamo che Al-Nusra e più pericolosa dell’Isis, e poi c’è Boko Haram”, spiega ancora Pansa, che su quest’ultima organizzazione lancia un allarme: “facciamo finta che non esista, ma stanno arrivando al confine Sud dell’Europa, perchè sono arrivati al Niger e non sappiamo dove arriveranno”.