Matteo Renzi e François Hollande l’hanno ripetuto appena ieri in occasione del vertice di Parigi: non c’è più alcun ostacolo alla realizzazione della Tav che si farà e si farà grazie anche ai fondi in arrivo dall’Europa. Ebbene, quelle del presidente del Consiglio sono soltanto menzogne: ne sono convinti gli europarlamentari di Movimento 5 Stelle, Gue e Verdi che da Bruxelles tornano a sostenere che non solo il progetto è completamente insostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche che i soldi per realizzarlo non ci sono e non ci saranno.
Per costituire lo European Fund for Strategic Investements, il fondo che sarà il cuore del piano Juncker, la Commissione attingerà anche ai fondi per il settore trasporti, “sottraendo complessivamente, in termini di impegni di spesa, oltre 2 miliardi di euro di cui 700 milioni per il 2015”, ricorda la grillina Daniela Aiuto. Come si può, chiede dunque, “annunciare che ci sarà un finanziamento europeo quando ci sono questi tagli?”. Per tentare di fare chiarezza, il Movimento 5 Stelle ha preparato un’interrogazione da presentare alla Commissione europea per chiedere conto dell’impatto dei tagli e di quali progetti specifici saranno interessati. Ma per il Movimento 5 Stelle è già “chiaro che i soldi non ci sono. Vediamo solo una grande ipocrisia”, sottolinea Aiuto, invitando “Renzi a venire a parlarne qui a Bruxelles invece che giocare sulla sorte degli italiani”.
Chiari problemi con il finanziamento del progetto ci sono anche secondo i Verdi: secondo la deputata dei Greens, Karima Delli, se anche arrivasse il 40% del finanziamento dall’Ue “non sarebbe abbastanza” e in ogni caso “arriverebbe alla fine del progetto, quindi tra 15-20 anni”. Nel frattempo Italia e Francia “dovrebbero essere capaci di mettere il 60% dei fondi di un progetto che costa 26 miliardi di euro, secondo uno studio del Parlamento europeo”. Insomma, chiede Delli, “Renzi e Hollande sanno quanti progetti sostenibili stanno condannando per la Torino-Lione?”. Hollande, ricorda anche l’eurodeputata, “ha detto che il suo obiettivo è la creazione di posti di lavoro, ma nessuno studio dimostra che la torino-lione creerà occupazione”.
Per l’eurodeputato de L’Altra Europa con Tsipras, Curzio Maltese, la Tav “molto semplicemente non si farà” e l’annuncio di Renzi sulla mancanza di ostacoli alla sua realizzazione “è un clamoroso bluff”. Secondo Maltese ci sono invece soltanto ostacoli: “Non ci sono soldi in Italia, non ci sono in Francia, né in Europa”. Non solo: “Non c’è ragione economica perché le reti attuali sono già sufficienti e non c’è consenso in Europa perché fuori dall’Italia c’è un’informazione libera che sta facendo riflettere sulla sua inutilità”. Si tratta, per il deputato della Gue, della “storia già vissuta in italia con il ponte sullo stretto”: tutti sanno che non si farà, “serve solo a creare un’economia in parte malavitosa, fatta di appalti che finanziano le solite sigle. Alla fine avremo buttato un sacco di soldi per non fare nulla”.
Ma il problema non è soltanto economico. Il 3 febbraio l’Olaf, l’ufficio antifrode europeo, ha aperto ufficialmente un’indagine in base ai documenti presentati dalla deputata Green Michèle Rivasi che mostrano come i finanziamenti finora ottenuti, previsti per lavori di esplorazione, sono in realtà stati utilizzati per l’apertura di lavori definitivi e che manca la richiesta certificazione dei costi da parte di un terzo attore esterno indipendente. “Ora che l’inchiesta è stata aperta ci sono sei mesi di tempo per rispondere”, spiega Rivasi, secondo cui l’indagine può portare un problema non da poco: “Quando l’Olaf inizia un’inchiesta – dice – può anche chiedere che i fondi già attribuiti vengano restituiti”. Si parla di “una possibile frode ai danni dell’Ue che bisogna valutare per fermare l’opera”, chiede anche Marco Zanni, del Movimento 5 Stelle, ricordando che già nel 2009 un’operazione condotta dalla magistratura italiana portò all’arresto di 14 affiliati del clan di un boss di Reggio Calabria, proprietario di un’azienda che si era aggiudicata subappalti sulla linea Tav. Un caso non isolato visto che a luglio dello scorso anno furono effettuati 20 arresti per infiltrazioni di stampo mafioso nei lavori di smaltimento dei rifiuti degli scavi.
“Un centimetro di Tav costa 1.500 euro”, fa i conti anche la capogruppo grillina, Tiziana Beghin, secondo cui Renzi e Hollande stanno portando avanti un “folle impegno” visto che “la coperta è troppo corta e da qualunque parte si tiri non ci sono soldi”.