La Commissione europea, con una decisione a sopresa in anticipo sui tempi previsti, promuove l’Italia e la sua legge di stabilità, ritenuta “adeguata” per il 2015. L’apertura di un’eventuale procedura per disavanzo eccessivo a carico del nostro Paese “in questo momento non è giustificata”, anche se l’elevato debito pubblico resta motivo di “preoccupazione” e per questo il nostro Paese rimarrà sotto osservazione. Questo il giudizio della Commissione europea, preso nell’ambito del semestre europeo. L’Italia, sostiene l’esecutivo comunitario, “sta vivendo una situazione di squilibri macroeconomici eccessivi, che richiede azioni politiche decise e un monitoraggio specifico”.
Riforme e loro attuazione è quanto ci viene richiesto e su cui la Commissione europea tornerà a fare un punto della situazione a maggio, in occasione della pubblicazione delle previsioni economiche di primavera e delle raccomandazioni specifiche per Paese. Azioni decise si rendono “necessarie per ridurre i rischi di effetti negativi per l’economia italiana e, date le sue dimensioni, di contagi negativi per l’unione economica e monetaria”. Ma il governo Renzi può nel complesso tirare un sospiro di sollievo: passa la linea ormai sposata dalla Commissione Juncker, il che vuol dire che si dà credito ai Paesi in cambio di impegni sulle riforme. Da questo punto di vista c’è promozione piena. “Abbiamo deciso che la legge di stabilità per il 2015 è adeguata”, chiarisce il commissario agli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici. Il giudizio della Commissione tiene conto delle ultime informazioni inviate, considerate “buone”, e rappresenta dunque un’implicita promozione anche del Job Acts.
Meno bene invece la Francia. Al Paese vengono concessi due anni in più per riportare il livello di deficit entro la soglia del 3% in rapporto al Pil, e ci sarà dunque tempo fino al 2017 per centrare l’obiettivo. Ma sul piano della correzione degli squilibri di bilancio si chiedono sforzi pari allo 0,5% del Pil per il 2015, con Parigi ferma allo 0,3% secondo la legge di stabilità presentanta a Bruxelles. Manca uno 0,2%, che la Commissione Ue pretende: se la Francia non presenta un piano di riforme convicente entro aprile da affiancare alla legge di stabilità la manovra dovrà essere riscritta. “La Francia sta andando verso la buona direzione, ma quanto fatto non è abbastanza”, il giudizio di Moscovici. Allora perchè non bocciare il Paese? “Dobbiamo mettere più pressione sul governo francese o dovremmo incoraggiarlo a fare di più per le riforme? Abbiamo scelto di incoraggiarlo”. Prevale dunque una linea tutto sommato ‘soft’, che forse non farà piacere ai sostenitori del rigore. A proposito, anche la Germania – capofila dell’austerità – “sta vivendo” squilibri macroeconomici. In particolare, secondo la Commissione Ue, “sono aumentati rischi alla luce della persistenza di insufficienti investimenti privati e pubblici, che rappresentano un freno alla crescita”. Permane inoltre una forte propensione alle esporatazioni, che “contribuisce a un surplus molto elevato delle partite correnti”, e dunque la situazione tedesca “continua a meritare attenzione”.