L’Italia è uno dei Paesi meno digitali d’Europa, indietro, rispetto ai colleghi Ue, per banda larga, competenze degli utenti e utilizzo di internet. È impietoso il quadro del nostro Paese tracciato dalla Commissione europea con il suo nuovo “Indice dell’economia e delle società digitali”, strumento messo a punto per fornire un’istantanea sul livello di digitalizzazione di ogni Paese europeo. Dell’Italia non esce decisamente il ritratto migliore: su un punteggio massimo di 1, il nostro Paese si ferma appena a 0,36 punti piazzandosi venticinquesimo nella classifica a ventotto, davanti soltanto a Grecia, Bulgaria e Romania.
I risultati variano molto da uno Stato all’altro, dalle migliori performance della Danimarca, che ottiene un punteggio di prestazione digitale di 0,68, fino alle prestazioni più basse della Romania ferma a 0,31. Nei bassifondi della classifica resta appunto anche l’Italia che registra punteggi bassissimi in tutti i settori considerati. Sulla connettività siamo addirittura 27esimi su 28, con la connessione internet veloce che nel dicembre 2013 era disponibile soltanto per il 21% delle famiglie (la peggiore copertura d’Europa) e soltanto il 51% delle famiglie italiane abbonate alla banda larga fissa (anche qui la percentuale più bassa d’Europa), mentre degli abbonamenti alla banda larga solo il 2,2% era per una velocità superiore ai 30 Megabit per secondo.
Male fa l’Italia anche per quanto riguarda l’uso di internet: pure in questo campo siamo 27esimi con bassissime percentuali di uso di qualsiasi servizio online, dalla lettura di news fino alle transazioni online: meno della metà degli utenti internet (il 42%) sfrutta l’online banking mentre solo il 35% fa acquisti online. Bassissime anche le competenze degli utenti, per cui ci piazziamo 24esimi, con una delle percentuali più basse d’Europa di cittadini che usano regolarmente Internet (il 59%) e il 31% della popolazione che addirittura il web non lo ha mai usato.
Il nostro Paese manca poi di sfruttare le potenzialità del web per le imprese (qui siamo 22esimi su 28): la maggior parte delle imprese italiane sono ancora largamente non digitali e potrebbero beneficiare di un migliore uso dell’eCommerce. Solo il 5,1% delle Piccole e medie imprese del Paese vendono online, mentre il fatturato delle imprese italiane che arriva dal commercio online è solo il 4,8%. Un po’ meglio vanno le cose sul versante dei servizi pubblici digitali, come servizi di amministrazione e sanità elettroniche, per cui siamo vicini alla media Ue (al 15esimo posto della classifica a ventotto).
Molto più elevata, a livello europeo, la percentuale di cittadini che usa internet regolarmente: erano il 75% nel 2014 (il 72% nel 2013), con percentuali che variano dal 93% del Lussemburgo al 48% della Romania. Il 49% degli utenti europei di internet ha utilizzato o scaricato giochi, immagini, film o musica. Il 39% dei nuclei familiari che possiedono un televisore guarda video su richiesta. Generalmente scarso, invece, l’uso del commercio elettronico: solo il 15% delle Pmi vende online e meno della metà di questa percentuale vende all’estero.
Per quanto riguarda i servizi pubblici digitali, sono invece una realtà quotidiana in alcuni Paesi, mentre rimangono quasi inesistenti in altri: il 33% degli utenti europei di internet ha utilizzato formulari online per inviare informazioni alle autorità pubbliche, con percentuali che variano dal 69% della Danimarca al 6% della Romania. Il 26% dei medici di famiglia in Europa utilizza prescrizioni elettroniche che vengono trasferite ai farmacisti tramite internet, con percentuali che variano però dal 100% in Estonia allo 0% a Malta.