Una lista che non contiene “proposte e impegni concreti” e “in generale non molto specifica”. È un via libera con riserva quello che arriva da Banca centrale europea e Fondo monetario Internazionale sull’elenco delle riforme che il governo di Alexis Tsipras si era impegnato a presentare come condizione per l’estensione del programma di salvataggio della Grecia per altri quattro mesi, secondo l’accordo raggiunto venerdì con i partner della zona euro. Sia per Bce che per Fmi l’elenco è “sufficientemente esauriente da essere un punto di partenza valido per una positiva conclusione del riesame” ma entrambe le istituzioni non mancano di sottolineare diverse criticità e richiamano agli impegni del vecchio “Memorandum”, parola che sottolineano più volte anche se ormai ‘bandita’ dal nuovo vocabolario di Bruxelles, dove anche il termine Troika è stato rimpiazzato dal meno spaventoso sinonimo “le istituzioni”.
Secondo Mario Draghi, per le autorità greche “non è stato possibile elaborare concrete proposte e impegni che possano essere valutate dalle istituzioni rispetto a crescita, finanze pubbliche e stabilità finanziaria”. Un elemento “comprensibile”, concede il numero uno della Bce, “dato che il tempo disponibile era molto limitato”. Draghi ricorda però che le basi su cui raggiungere ogni possibile accordo sono “gli impegni esistenti nell’attuale Memorandum” e sottolinea che la lista tracciata dalle autorità greche “differisce dal programma esistente in diverse aree”. In questi casi, continua il presidente della Banca Centrale europea, occorrerà vedere di caso in caso se le misure del vecchio Memorandum che il governo Tsipras non intende applicare “sono rimpiazzate da misure di uguale o migliore qualità in termini di raggiungimento degli obiettivi del programma”.
Stessi toni dalla direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde. La lista, sottolinea nella sua lettera al Presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, “copre i grandi temi che dovrebbero essere all’ordine del giorno del nuovo governo”, ma “è in generale non molto specifica”, cosa che “ci si poteva forse aspettare considerato che il governo è nuovo nel suo incarico”. Per quanto riguarda alcune aree come “la lotta all’evasione fiscale e alla corruzione”, Lagarde si dice “incoraggiata da quella che appare come una forte risoluzione da parte delle nuove autorità di Atene”. Restano però alcune aree “tra cui le più importanti”, non manca di evidenziare la direttrice del Fmi, in cui la lettera del governo greco “non fornisce chiare assicurazioni sul fatto che l’esecutivo intenda intraprendere le riforme previste dal Memorandum”. In particolare, sottolinea il Fmi, “non ci sono chiari impegni a definire e implementare le previste riforme generali del sistema pensionistico e dell’Iva, né garanzie non equivoche a portare avanti le politiche già concordate sull’apertura di settori chiusi, sulle riforme dell’amministrazione pubblica, sulle privatizzazioni e sulle riforme del mercato del lavoro”. Impegni, questi, che secondo Lagarde sono “cruciali per la capacità della Grecia di rispettare gli obiettivi fondamentali del suo programma sostenuto dal Fondo” e per questo “non possono essere confinati nei perimetri politici delineati nella lista del governo greco”.