Si tratta della prima sconfitta elettorale in cinque anni e, sebbene riguardi un solo seggio, è una sconfitta cruciale. Da oggi l’autoritario premier ungherese, Viktor Orban non ha più la maggioranza che gli ha finora consentito di varare le discusse leggi e riforme costituzionali senza il sostegno degli altri partiti. Il nuovo equilibrio è il risultato delle elezioni suppletive di ieri nella città di Veszprem, che si sono rese necessarie dopo che l’ex ministro della Giustizia, Tibor Navracsics ha lasciato l’Ungheria per diventare commissario europeo: il seggio vacante è stato conquistato con il 42,6% dei voti dal candidato indipendente Zoltan Kesz che ha battuto quello di centro-destra.
Una vittoria che è costata a Fidesz, il partito del premier, la poltrona che gli consentiva varare leggi e riforme costituzionali senza il sostegno degli altri partiti, detenendo dal 2010 la maggioranza dei due terzi in seno al Parlamento. Oggi Orban controlla 131 seggi nell’assemblea parlamentare che ne conta 199.
Orban ha vinto a mani basse le elezioni amministrative, nazionali ed europee nel 2014, ma durante i suoi cinque anni di mandato ha visto crollare la sua popolarità nel tentativo di far passare una controversa legge su una tassa per l’utilizzo del web, ma anche per altre impopolari norme come il divieto di tenere aperti i negozi la domenica o l’aumento dei pedaggi autostradali. Mentre recenti sondaggi danno Fidesz in calo, avanza il partito di estrema destra Jobbik. Cambiamenti di equilibrio che potrebbero farsi sentire alle prossime elezioni, nel 2018.
“L’Ungheria si è svegliata dall’incubo sotto il primo ministro Orban”, commenta il capogruppo dei socialisti al Parlamento europeo, Gianni Pittella secondo cui la sconfitta di ieri dimostra che “non c’è spazio per forze illiberali in Europa”. Questo, secondo i socialisti, “è solo l’inizio. I valori europei prevarranno sul non-liberalismo”.